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Gli integratori alimentari non aumentano il rischio di cancro alla prostata.

L’allarme è scattato dopo la pubblicazione su due riviste, Nature Reviews Urology e The Prostate, di una ricerca condotta da ricercatori italiani della A.U.O. Città della Salute e della Scienza di Torino.
Gli esiti di questa ricerca portavano alla conclusione che l’assunzione di integratori alimentari può favorire l’insorgere del cancro alla prostata.
Le sostanze “sospettate” di promuovere lo sviluppo del tumore, in caso di assunzione ad alto dosaggio, sono le seguenti: il selenio, i licopeni (contenuti nei pomodori), ed alcuni estratti del tè verde (GTCs). I ricercatori italiani hanno effettuato uno studio coinvolgendo 60 pazienti con malattia pre-tumorale della prostata (in particolare primaria mHGPIN e ASAP).
A questi articoli e alle conclusioni che venivano presentate, ha risposto Federsalus, l’Associazione Nazionale Produttori e Distributori Prodotti Salutistici, che ha dichiarato ufficialmente che in realtà gli integratori alimentari non comportano alcun rischio di tumore alla prostata.
Queste affermazioni di Federsalus si basano sulla constatazione che nello studio dei ricercatori di Torino non sono stati usati degli integratori, ma delle sostanze e dei principi attivi che, per i dosaggi con cui sono stati dati, non possono essere catalogati come integratori alimentari. Infatti, due delle tre sostanze utilizzate nell’esperimento sono state somministrate in quantità doppie rispetto all’uso raccomandato dalle Linee Guida del Ministero della Salute. Queste sostanze sono il Licopene, somministrato a 35 mg, più del doppio del limite consentito dalle Linee Guida del MinSal, e le Catechine del Té Verde, somministrate a 600 mg contro i 300 mg dell’Epigallocatechingallato raccomandati dal Ministero della Salute.
In terzo luogo, lo studio è stato condotto su pazienti con manifestazioni già conclamate di adenoma pre-canceroso; sono infatti stati trattati 60 pazienti con una condizione ‘pre-tumorale’ della prostata, con un rischio già elevato di sviluppare in seguito un tumore.
Federsalus afferma comunque il concetto che qualsiasi sostanza, presa ad un dosaggio esagerato, può avere delle controindicazioni; qualunque prodotto usato fuori dal range di tollerabilità può costituire un pericolo.
La conclusione che si può trarre da questa querelle è che tutti coloro che hanno problemi alla prostata e stanno pensando di utilizzare integratori alimentari, è bene che innanzitutto guardino bene le sostanze in essi contenute e i dosaggi di queste sostanze; in secondo luogo, in caso di incertezza, si rivolgano comunque a professionisti che possano consigliarli sul da farsi.

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