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La sindrome di Wendy, ovvero, la Sindrome della Crocerossina

“Ho tenuto in serbo la tua ombra, spero non si sia sgualcita. Va cucita, lo faccio io, è un lavoro da donna”. Sono queste le parole che Wendy rivolge a Peter la prima volta che lo incontra.
Wendy è la perfetta bambina vittoriana la cui massima aspirazione è sposarsi, possibilmente con Peter e dedicare ogni minuto del tempo alla famiglia e alla casa e ad essere felice; a dieci anni sa già cucinare, cucire e mandare avanti una casa ed è proprio la voglia di mettersi in gioco e di mettere alla prova tutto ciò che ha imparato, che la spinge a seguire Peter. La bambina accetta l’invito solo dopo l’ennesima tentazione a cui non riesce a resistere… potrà rimboccare le coperte a Peter e ai Bambini Sperduti, insegnargli le buone maniere.
Wendy è una bambina normale ma chiusa nel recinto delle regole del buon comportamento; pur avendo a disposizione un’isola magica, sceglie come suo compagno di giochi un cucciolo di lupo ed invece che correre all’aria aperta o fare il bagno spensieratamente in mare, passa la maggior parte del tempo chiusa in una casa sotterranea. Per l’alto senso di responsabilità che la contraddistingue, è una figura diametralmente opposta a quella di Peter Pan, l’eterno fanciullo, spensierato, immune dai legami, profondamente immaturo e incapace di costruire una relazione stabile.La sindrome di Wendy, sicuramente meno conosciuta della sindrome di peter pan, può essere definita come quell’insieme di comportamenti presenti in persone che mostrano la tendenza ad essere particolarmente accudenti, protettive, costantemente orientate a soddisfare, a compiacere, gratificare e giustificare l’altro, fino ad arrivare a livelli estremi, con un totale sbilanciamento delle attenzioni sui bisogni dell’altro a totale scapito dei propri.
Proprio come la ragazzina Wendy fa da mamma ai bimbi sperduti nell’isola che non c’è, allo stesso modo la persona che soffre di questa sindrome si occupa di chi ama, genitori, figli, coniuge, con dedizione completa e assoluta abnegazione, dimenticando completamente se stessa. Ne soffrono tanto i maschi quanto le femmine anche se appare più frequentemente in queste ultime, che da sempre, vengono educate ad essere servizievoli e, nelle quali, il prendersi cura dell’altro viene veicolato non solo come un valore ma quasi come un dovere al fine della realizzazione della natura femminile. E questo, accade ancora oggi, poiché le differenze di genere sono ancora profondamente radicate nella nostra cultura. Se vuoi leggere altri articoli di psicologia visita Psicologa Roma Una modalità comportamentale di questo tipo all’interno di un rapporto di coppia, non può non provocare diverse conseguenze: l’essere costantemente presenti può portare il partner a sperimentare sensazioni tipo una “opprimente” vicinanza e una totale mancanza di spazi di autonomia personali, fondamentali invece, per il benessere della coppia; portate all’esasperazione potrebbero causare la fine di un rapporto.
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