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La toxoplasmosi: l’infezione zoonotica causata dal toxoplasma gondii.

Introduzione
La toxoplasmosi è una infezione che colpisce l’organismo causata dal protozoo toxoplasma gondii. In Europa, una percentuale significativa della popolazione è affetta da questa patologia, e il dato, purtroppo è in aumento. Si tratta di un’infezione che è particolarmente insidiosa fondamentalmente per gli effetti nocivi che può avere sul nascituro delle donne in gravidanza. E poiché non esiste allo stato attuale alcun vaccino della malattia è perciò importantissimo conoscere i comportamenti che possono in qualche modo minimizzare il rischio di ammalarsi di toxoplasmosi.
Si tratta di una patologia che, se non curata adeguatamente nelle fasi specifiche in cui è necessario il trattamento, può provocare delle conseguenze anche gravi al nascituro. Raramente, infatti, il soggetto infetto è esposto a rischi particolarmente seri.
Cause
Tra le cause di toxoplasmosi, ricordiamo:
La patologia è provocata dall’infezione mediante contagio di un parassita di dimensioni microscopiche: il Toxoplasma gondii. Si tratta di un protozoo (organismo unicellulare) parassita di molte specie di mammiferi ed uccelli;
Di norma la malattia ha un andamento benigno e ha una rapida remissione senza grosse complicanze (i casi avversi sono veramente molto pochi). Anche la sintomatologia è relativamente blanda e si limita a un ingrossamento dei linfonodi del collo e a una febbre poco marcata.
Tra le cause della patologia bisogna anche menzionare alcuni comportamenti poco corretti dal punto di vista igienico; questi possono esserne causa o possono portare ad un peggioramento del problema. Se ci sono precedenti familiari con evidenza della patologia non è detto che il paziente avrà maggiori probabilità di soffrirne, in quanto si tratta di una zoonosi. In alcuni casi, però, cause ambientali (scarsa igiene, come detto) possono indurre l’insorgenza della patologia a una persona già particolarmente esposta.
Diagnosi
La diagnosi, oltre che sulla storia clinica dei sintomi descritti dal paziente, si basa sulla storia medica del paziente, sulla visita, e su dati di laboratorio di esami strumentali.
Prevenzione
Non esiste ancora un modo sicuro per prevenire completamente la toxoplasmosi, tuttavia è possibile una diminuzione del rischio mettendo in atto i comportamenti appresso indicati.
Per evitare il contagio della malattia è possibile soltanto osservare una serie di norme di igiene, come quelle che elenchiamo:
Poiché il gatto è un deposito naturale del toxoplasma, le prime norme lo riguardano. Dunque, innanzitutto è importante non venire a contatto con gatti che non si conoscono. Ancora, occorre non dare a mangiare al proprio gatto con carne cruda o poco cotta in quanto questapotrebbe essere contaminata. Meglio sarebbe durante il periodo della gestazione alimentarlo con mangimi industriali. Evitare che il gatto esca di casa e possa cibarsi di piccoli animali e roditori contagiati dal toxoplasma. Ancora, cambiare ogni giorno la lettiera e utilizzare per farlo guanti monouso che subito dopo devono essere buttati via avendo cura di non sfiorarli. Lavarsi le mani con abbondante acqua e sapone al termine di tale operazione. Evitare di compiere questa operazione di pulizia se si è in stato interessante.
Trattamento
La terapia si effettua solo se la malattia è sintomatica. I farmaci più usati sono il trimethoprim-sulfametossazolo (Bactrim, Eusaprim) oppure la spiramicina (Rovamicina) o la clindamicina (Dalacin C).
Per saperne di più visita il sito internet dedicato alla toxoplasmosi.

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