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La via Sassone per l’Orologeria di qualità

L’orologeria tedesca della sassonia ha avuto negli ultimi anni
un’importante posto nell’attuale panorama dell’orologeria mondiale.
Cercheremo di fissare alcuni punti interessanti nella storia di questo
importante tipologia di orologi che ha avuto il coraggio di sfidare il
paese degli orologi di qualità per antonomasia , la svizzera, inoltre
cercheremo di aiutare nel compito di districarsi tra i vari marchi
sassoni creatisi negli ultimi anni.
Le radici dell’orologeria sassone sono da ricercare in questo nome:
Ferdinand Adolph Lange sposato con la figlia di un orologiaio di corte
a Dresda, nel 1845 viene invitato ad impiantare a Glashütte, un piccolo
centro nei monti metalliferi, un nuovo atelier con inizialmente 15
apprendisti, per ridare linfa vitale all’economia di questa zona, da
questo prenderà il via ciò che diventerà la grande orologeria di
Glashütte.
Lange, oltre a gettare le basi delle futura orologeria sassone convinse
anche i suoi collaboratori a rendersi indipendenti, senza paura di
creare nuovi concorrenti avendo come vero obbiettivo della sua missione
il rilancio dell’economia per il bene della comunità,
Non a caso risale al 1868 la Ragione sociale A. Lange & Söhne,
quello succedente è un periodo di successi conseguiti da Ferdinand, dai
suoi eredi e dai suoi discepoli , ecco alcune date salienti di questo
periodo:
1846 Lange sviluppa il cosidetto "tornio di Glashütte" che permette di lavorare i componenti in maniera più precisa,
1852 Julius Assmann avvia la produzione di orologi da tasca,
1875 dopo essere stato sindaco per 18 anni Lange muore e la cittadina , riconoscente erige un monumento in suo onore,
1878 Moritz Großmann dà vita alla Deutsche Uhrmacherschule una scuola
di formazione per maestri orologiai una delle più riconosciute in tutto
il mondo,
1879 un brevetto imperiale riconobbe la precisione di un cronometro da marina ,
1893 Johannes Dürrstein fonda la UNION Taschenuhrenfabrik,
1895 viene stabilito un collegamento con l’osservatorio astronomico di berlino con il neonato reparto di cronometri,
Tutto questo ,chiaramente, oltre alla produzione di parecchi orologi
storici per la loro complessità e bellezza come il favoloso Grand
Complication da tasca in oro con calendario perpetuo, ripetizione
minuti, secondi saltanti, regalato dall’imperatore Guglielmo II al
sultano turco, o un modello da signora con diametro di soli 25 mm.
Lange e la nuova realtà industriale in fermento attirò quindi anche
nuovi orologiai (ed alcuni commercianti) già esperti come A. Schneider,
G. Rohde, E. Kasiske Ludwig Strasser, Johannes Durrstein, Adolf
Schneider, Alfred Helwig e Julius Assman personaggi che credettero nel
nuovo "polo" e che getterono le basi creando le tradizioni dei futuri
marchi di Glashutte, marchi che tutt’ora fanno loro riferimento in
alcuni orologi particolari proprio per consacrarne l’operato, insomma
in breve tempo venne creata a Glashütte una vera e propria rete di
produzione in grado di coprire tutti i settori necessari allo svilippo
autonomo, generando anche un grande rilancio dell’economia del settore
e della zona.
Questo periodo di successi viene però interrotto con la prima grande
guerra, periodo in cui la grande recessione costringe al raggruppamento
in due grossi gruppi di tutte le realtà sorte a Glashütte.
E’ facile immaginare i problemi economici mondiali del dopoguerra,
problemi accentuati dall’isolamento dagli antichi fornitori svizzeri
che adottano una politica protezionistica che rischia di tagliar fuori
la produttvità tedesca, nonostante questo, paradossalmente, l’esigenza
di prodursi da soli componenti che prima potevano essere acquistati,
genera la fondazione di nuove fabbriche per arrivare
all’autosufficienza produttiva, e anzi sembra che la qualità ne trovi
giovamento quindi nel 1927 viene fondata la Uhren-Rohwerke-Fabrik
Glashütte AG (UROFA).

Il periodo buio continua con l’avvento della seconda guerra mondiale,
periodo in cui le aziende sassoni si dedicano, adattandosi alle ovvie
richieste del momento, alla produzione di orologi per marina ed
aviazione fino ad arrivare al 8 maggio 1945 giorno in cui un’ultimo
bombardamento russo distrugge quasi totalmente le industrie orologerie.
Nel periodo del dopoguerra l’industria tedesca viene smantellata dai
vincitori, e la zona dei monti metalliferi insieme alla germania
orientale passano nell’orbita dell’unione sovietica, nel 1951 le
principali manifatture di Glashütte vengono unificate in un’unica
impresa la Glashütter Uhrenbetrieb Betriebe, (aziende del popolo) nota
proprio come GUB.
La produzione di questi anni segue una politica volta alla produzione
di orologi piuttosto economici sulla falsa riga della produzione russa
del periodo, dimenticando in parte il vero valore della manifattura
sassone e mentre alcune aziende come i famosi orologi a pendolo o cu-cù
(kuckuck) situate nella zona (famosa nel campo degli orologi) intorno a
Pforzheim nella regione dello Schwarzwald continuano ad essere
prodotti, il settore degli orologi da polso e da tasca , complice anche
l’ondata anti meccanica del quarzo a basso costo dell’estremo oriente,
praticamente và in una sorta di letargo per un periodo di più di 20
anni.
Vero punto di svolta è la caduta del muro di berlino e l’unificazione
della germania, nel dicembre del 1990 viene infatti iscritta nei
registri di Dresda la Lange Uhren Gmbh che recupera quindi l’antico
marchio A. Lange e Söhne impiantando la propria sede nei locali che un
tempo ospitavano la fabbrica degli orologi a pendolo Strasser &
Rohde, questa società verrà in seguito ceduta alla Mannesmann , già
azionista di IWC e Jaeger LeCoultre, e Günter Blümlein (nome a cui si
deve il rilancio di questa nuova società) , prenderà le redini di
questa nuova società.
Attraverso la Treu Hande (l’agenzia di stato incaricata della vendita
trasparente delle industrie della germania del”est) le rimanenti
aziende sotto il nuovo nome societario Glashütter Uhrenbetrieb Gmbh
vengono cedute per un’anno ad un’industria orologiera francese, e
saranno alla fine acquistate da Heinz pfeiffer e soci.
Insomma siamo di fronte ad una vera e propria opera di archeologia
industriale coadiuvata dal know how svizzero , che con l’apertura al
nuovo mercato mondiale porta a Glashütte un nuovo vento fatto di denaro
ed imprenditori che credono nel nuovo rilancio dei questa storica
"scuola" di orologeria ed i risultati non tarderanno a venire.
A. Lange & Söhne si presenta già nel 1994 con una piccola gamma di orologi straordinari posizionandosi nell’alto di gamma.
Nel 2000 il Gruppo Richemont entra in possesso in un sol colpo di tre
marchi storici dell’orologeria A. Lange & Söhne, Jaeger LeCoultre e
Iwc, non è un caso infatti che l’attuale eccellenza nei movimenti di
Lange sia anche dovuta al Know How dei tecnici Jaeger LeCoultre, IWC (e
per le realizzazioni di altissima gamma Renaud e Papi).
Anche la Glashütter Uhrenbetrieb Gmbh nel 2000 entra a far parte del
gruppo Swatch e con il marchio Glashütte Original si conferma come
degna rivale "in casa" della Lange .
La riscoperta dell’orologeria sassone porta a creare una vera e propria
via sassone all’orologeria di alta gamma, fatta di ponti in alpacca
(lega di rame e nichel) a 3/4 (una tipica costruzione a sandwich dei
movimenti per garantire maggior robustezza), raffinati datari di grandi
dimensioni, rubini con castoni a vite, regolazioni della spirale a vite
micrometrica e molla di ritegno a collo di cigno (raffinatezza quasi
ormai dimenticata anche negli orologi più curati),quindi raffinate e
tradizionali decorazioni dei movimenti, inoltre anche le estetiche dei
quadranti (in genere in argento proprio per testimoniare che provengono
dalla zona dei monti metalliferi) e delle casse si presentano subito
senza voler scimmiottare qualcosa di già esistente e saranno
"impaginati" secondo delle linee estetiche che faranno riconoscere gli
orologi sassoni a prima vista, tutto questo eseguito con una precisione
ed una cura da far invidia anche ai più specializzati artigiani
svizzeri. A queste due realtà del rilancio che si possono
effettivamente considerare delle manifatture (anche se il significato
di manifattura negli anni è assai cambiato) progettando sviluppando e
realizzando anche i propri movimenti, si sommeranno in seguito altre
aziende (alcune davvero a carattere familiare) che seguiranno il vento
di rinnovamento in atto e che, se pur non potendo essere considerate
delle manifatture (utilizzando movimenti prodotti in Svizzera) saranno
pronte e felici di poter riutilizzare il rinnovato ,ed ormai simbolo di
qualità, marchio di Glashutte ed anch’esse seguiranno la "via Sassone"
nella produzione di orologi di livello e costo inferiore.
Chiaramente viste le ultime acquisizioni societarie è facile capire che
il mercato ormai globale degli orologi anche quì ha portato
all’affermazione dei grandi colossi mondiali dell’orologeria ma questo
è l’inevitabile dazio da pagare per poter diventare marchi conosciuti e
vendibili a livello mondiale e per poter produrre i movimenti in house,
visto che per far ciò si ha innegabilmente bisogno delle potenzialità
gestionali ed economiche su larga scala che solo gruppi importanti e
consolidati possono garantire, anche se è giusto ricordarlo, rimangono
ancora in ambito tedesco alcune realtà di piccoli orologiai con
produzioni limitate ma interessanti che chiaramente devono dipendere da
aziende svizzere già affermate sia per i calibri che per altri
componenti.

Sarà ora utile citare i marchi creatisi in quel di Glashütte cercando di posizionarli rispetto all’offerta:

A. Lange & Söhne
: è forse la più famosa delle manifatture di Glashütte, già dal 1994 è
riuscita ad approntare una collezione fatta di pezzi moderni e ricchi
di innovazioni tecniche (in alcuni casi più che di vere innovazioni
trattasi di riscoperte di un antico modo di fare orologi rivisitato con
le attuali tecnologie) e la sua collezione , inaspettatamente (visto
anche la naturale difficoltà di penetrazione nel mercato di una azienda
di altissima gamma ma che non è nata nella nazione degli orologi per
antonomasia , la svizzera) riesce subito a diventare punto di
riferimento nel difficilissimo campo degli orologi di alta/altissima
gamma, grazie alla perfezione e alla finitura maniacale dei suoi
movimenti, alle estetiche "diverse" ma facili da digerire per chi cerca
un’orologio di alta gamma e che come tale deve farsi riconoscere e ,
non meno importante ad una buona comunicazione pubblicitaria.
Come non citare alcuni suoi successi, dai primi modelli a carica
manuale del 1994, Lange 1, Saxonia, Arkade e Tourbillon pour le meritè
ai nuovi calibri automatici Sax-O-Mat (con un nuovo e particolare
sistema di regolazione delle lancette) del 1997, fino ad arrivare al
nuovissimo ed incredibile Lange Double Split presentato a basilea 2004,
nuovo cronografo con funzione rattrappante sia per i secondi che per i
minuti, con un nuovo dispositivo low-friction erede
dell’apprezzatissimo Datograph del 1999.

Glashütte Original 
: L’altra manifattura Sassone, leggermente meno conosciuta in Italia
rispetto a Lange ma che non ha assolutamente niente da invidiare
meccanicamente e riguardo le finiture dei movimenti rispetto a
quest’ultima .
G.O. ha identificato la sua produzione in modo forse più pragmatico
adottando delle estetiche più scevre da orpelli e votate più alla
tecnica che all’estetica.
Questo probabilmente in un concreto rapporto qualità prezzo (che poi
alla fine di tante belle parole è forse il più importante tra i
fattori) fà risultare Glashütte Original con alcuni suoi modelli il
giusto connubio per chi fà sua la scelta di privilegiare la tecnica
costruttiva e le finiture interne rispetto alle (se pur curate e
notevoli) estetiche, anche se c’è da notare che le tendenze espresse
dall’ultima fiera di basilea sembrano delineare un’avvicinamento alla
Lange come target di produzione e "purtroppo" anche un’adeguamento dei
costi, che in alcuni casi potevano davvero rappresentare dei veri
affari per rapporto qualità prezzo, insomma sembra che il marketing
stia vincendo anche in casa G.O.
Anche Glashütte Original è stata in grado anch’essa di produrre orologi
che hanno fatto e che faranno scuola nell’orologeria contemporanea,
proveremo anche quì a citare qualche esempio: i calibri manuali di
forma 42, 43, 21 dei primi 1845 Karree il conosciuto ed apprezzato
calibro automatico 39 , montato su buona parte della produzione, il
cronografo Panoretrograph cal 60 e tutta la sua serie panograph,
panoreserve, panomatic lunar con calibro 90 doppio collo di cigno, gli
spettacolari esemplari dedicati a Alfed Helwig e Julius Assmann, fino
ad arrivare alle novità Glashutte presentate a Basilea 2004 come il
nuovo Panomatic Crono

Union Glashutte: fabbrica ancora meno nota in Italia anche perchè non ancora
commercializzata nel nostro paese, sfrutta le potenzialità tecniche di
Glashütte Original (essendone consociata) utilizzando ad esempio il
calibro 26 che è un derivato del più famoso e rifinito cal 39 G.O. La
sua interessante politica è l’utilizzo di meccaniche ottime e
collaudate di provenienza dalla sorella Glashütte Original ma si
posiziona ad un livello più basso di prezzo rifinendo e confezionando
il tutto molto meno artigianalmente , creando orologi per chi vuole
comunque calibri di qualità ma soprattutto diversi dalla classica
offerta della orologeria di pari livello economico che quasi sempre
monta i classici ed omni-utilizzati Eta-Valjoux svizzeri.

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