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Abusi su minori: il futuro a rischio

26 Luglio 2007, esce sul giornale La Repubblica una delle tante tabelle con gli episodi oggetto dell’articolo: a Bologna un bidello 40enne è indagato per molestie su bimbi di 4 anni che accompagnava in bagno; a Bassano del Grappa un insegnante dell’Istituto tecnico commerciale "einaudi" è accusato e successivamente sospeso per molestie sessuali su alcune allieve; in provincia di Pesaro sono stati arrestati due bidelli per molestie sessuali su una bambina di sei anni; a Roma un bidello di 67 di una materna di Albano è arrestato con l’accusa di violenze sessuale su bambini minori di sei anni; a Ferrara un sacerdote di 60 anni è colpevole di molestie sessuali su bambine della scuola materna di cui è responsabile.

 

Dove andremo a finire?

Vecchi e giovani, dai bidelli ai sacerdoti, ogni uomo apparentemente tranquillo può nascondere dietro di se un lato abominevole. Ma non è questo a stupire. Lo stupore indubbiamente viene dall’età della vittima. Bambini, i gioielli della società, le forse su cui puntare il massimo per sperare in un mondo migliore domani. Creature spontanee, caratterizzate da una capacità e da una volontà di apprendimento potentissima, delle vere e proprie spugne. Ma cosa ci si può attendere dai giovani del domani oggi vittime di queste violenze?

 

La società è gravemente malata. Lo è per le guerre, per le violenze che sempre più spesso vengono fatte su milioni di civili, di donne e di bambini. Un uomo che violenta una donna è gravemente malato e insano, un uomo che violenta un bambino è indefinibile. E’ improponibile.

 

Nei giornali si parla tanto della pedofilia, escono continuamente scandali e per ognuno di questi si muove una forza uguale e contraria a questa tendenza maniaca. Associazioni, movimenti e manifestazioni. Si spera e si crede quasi che emersa una notizia vi è un pericolo in meno, un delinquente in meno, un ambiente più pulito. Poi col tempo si capisce che non è così ma l’esatto contrario. Il fenomeno aumenta sempre più, è peggio di un epidemia che si diffonde a largo raggio, se prima si trasmetteva per vie nascoste e segrete, supportate dalla rete informatica e poco più, oggi è arrivata dietro l’angolo, alla scuola sotto casa, la stessa vista per tanti anni e accreditata come scuola tranquilla e funzionante.

 

Non ci si deve meravigliare se vi sono reazioni estreme di gente piena di veleno nel sangue che vorrebbero vedere questi pedofili finire sul rogo. Da violenza nasce violenza, si può comprendere ma non è questa la strada della soluzione poiché sarebbe come dire che la giustizia si debba servire della violenza e questo rappresenta una forte incoerenza di fondo. Eppure ci si domanda se sia possibile sperare che tutte le vittime di oggi riescano a crescere senza un forte senso di rabbia e violenza dentro di loro. L’educazione, l’amore, il rispetto per se e la vita in generale può far nascere persone con un forte senso morale e di giustizia da perseguire con la forza del bene. Allo stesso modo una vita segnata da violenze subite può forse condurre ad una vita di violenze, una vita volenterosa di rivalsa e di giustizia ma con mezzi sbagliati, se non addirittura ad una vita violenta e nociva senza apparente motivo. Ecco, dunque, le violenze per apparente giustizia, il semplice sfogo di una rabbia interiore mai spenta o l’oblio della coscienza tra gli alcolici e le droghe per non pensare, per uscire fuori da immagini incancellabili dentro chi ha vissuto certe atrocità. Dove andremo a finire?

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