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Dove è finito l’amore eterno? Matrimoni in crisi o nuova cultura umana?


Che ad oggi, era della comunicazione e della condivisione, ci siano più coppie che si spaccano rispetto agli amori eterni è cosa risaputa.

La società ha rovinato il matrimonio?
Io credo che due persone per vivere un buon rapporto di coppia debbano avere alla base una visione mentale del proprio futuro come “coppia” e quindi un simil modo di vedere la vita futura insieme. Se nella civiltà odierna il matrimonio è ancora considerato un fatto non solo “naturale” ma “obbligatorio” un primo motivo di rottura potrebbe essere il fatto che molti arrivano al grande passo< con ancora molti schemi mentali da “single”. Mi vien da pensare che le cause di questa situazione (divorzi a tonnellate, nascite in caduta libera, etc) derivino, tra l’altro, dal fatto di avere molta (troppa?) informazione veicolata dai media sull’estetica, sullo svago e sul divertimento, sulla socializzazione virtuale che comporta un non impegno nel conoscere la persona che si ha di fronte (o meglio, dall’altra parte dello schermo) perché si è troppo distanti, oppure troppo ripiegati su se stessi.
È possibile, poi, che si sia invertito l’oridine dei valori? Che siano cambiate le fondamenta nella ricerca della propria realizzazione personale? I valori spinti dalla società, “spintaneamente” introiettati dalle persone, hanno portato ad un’insicurezza sempre maggiore e ad un “vuoto” interiore che ha fame di essere riempito. È l’idea di avere mille alternative, che esiste sempre un meglio, che causa l’infinito non-appagamento interiore alla base del emotivo che tanto funziona oggi?

Naturalmente i valori più spinti sono quelli fondati sull’estetica oppure sul consumo. E in una società basata sul consumo, come possiamo pensare di non consumare anche i matrimoni? Mai che venga menzionato lo spirito di sacrificio: tutto è facile, basta acquistare i biscotti giusti per essere catapultati in una famiglia felice dove a colazione i bambini sono allegri e sorridenti, non vedono l’ora di andare a scuola ed al partner non puzza il fiato.
Come possiamo credere che esista matrimonio senza sacrificio? E come si può fare un passo tanto importante senza avere sviluppato prima la capacità di “sopportarlo”?
Oppure la società non ha bisogno del matrimonio?
C’è, però, un’altra faccia di questa medaglia..
Non potrebbe essere che l’istituzione del matrimonio sia una “faccenda” fondata e creata culturalmente millenni fa e che nel nuovo contesto sociale non sia più funzionale? Nessuna specie animale in natura “si sposa” e, salvo qualche raro caso, Madrenatura non ha previsto la fedeltà coniugale. Se la coppia fissa fosse stata culturalmente creata dall’uomo (a seguito di un bisogno di sicurezza), la “crisi del matrimonio” potrebbe essere indice di un ritorno alla nostra essenza animale.
“L’istituzione” del matrimonio è stata creata dalla nostra cultura. Spesso, parlando con persone sposate (e non) avverto che il passo del matrimonio è considerato un obbligatorio perchè ”la mia famiglia ci tiene, gli amici sono sposati, io lavoro e anche lui/lei, ovvio che ci sposiamo!”. Ora, è così funzionale fare un passo di questo tipo con queste motivazioni? A cosa porta? È un caso che i matrimoni che falliscono siano in crescita costante… o sarà proprio per le motivazioni con cui si sceglie di farlo?
Perché bambine e ragazze sono infarcite di favole del principe azzurrotanto che in mente, spesso, hanno il solo sogno di stare sull’altare col vestito bianco? Vivere una favola non è possibile…sopratutto una favola non propria ma di qualcun altro.
Per concludere…
Troppe spinte esterne e culturali dei “saggi” genitori contro spinte odierne al consumismo e coppia single, coppie di fatto e company… Come può una persona scegliere spontaneamente senza lasciarsi influenzare da società e famiglia? Ci si trova in mezzo a due spinte opposte e c’è il rischio che per non mettersi contro nessuno si finisce “contro sé stessi”.
La nostra società è così poco evoluta da aver guastato il matrimonio, oppure è tanto evoluta da non averne più bisogno? Non saranno proprio le spinte troppo diverse e pretenziose dall’esterno che stanno spaccando società e “persone” in due opposti tragicomici?
Cito una frase da un libro molto profondo e spirituale, La Profezia di Celestino:

“Siamo tutti alla ricerca di appagamento nella nostra esistenza e non vogliamo accontentarci” … “E quando si tratta di rapporti umani siamo talmenti pieni di pretese da renderli quasi impossibili”.

Forse si sta inseguendo un’appagamento personale causato da un’irrequietezza interiore sperando ( o convincedosi) che il matrimonio, un figlio, uno obiettivo raggiunto di natura affettiva ‘esterna’ sia la soluzione, cosa che, i fatti dimostrano, sembrerebbe non essere, ancora più di prima, la via per l’ appagamento e la felicità…che ne sarà di noi?
Ai posteri l’ardua sentenza ;)
Alessandro Pollutri©

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