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Misure contro piccioni e ratti nelle città italiane

Camminando per le strade di molte città italiane non si può non notare la presenza massiccia di piccioni, che si aggirano tra i tavolini dei bar all’aperto alla ricerca di qualche briciola o sorvolano le teste degli ignari passanti. Allontanare piccioni è diventata la parola d’ordine di molte città italiane, ma i piccioni non sono gli unici animali a turbare la quiete dei nostri centri storici: molte sono le città, soprattutto in estate, che si vedono costrette ad affrontare la questione dell’allontanamento topi.

Roma, tanto per fare un esempio illustre, ha già lanciato l’allarme topi: complici il caldo e i cassonetti pieni di rifiuti, quest’estate i topi sembrano aver proliferato alla grande nella capitale, mettendo a rischio anche l’attività di molti ristoratori e proprietari di locali, che spesso vedono passare tra le gambe dei propri clienti questi animali. E questo accade in zone centralissime, assai frequentate dai turisti, come Trastevere e Castel Sant’Angelo, dove i topi si muovono anche di giorno, quasi incuranti dei turisti che visitano la città. Una vera e propria emergenza, che sta rendendo necessarie delle misure straordinarie di derattizzazione.

Come detto, però, i topi non sono i soli animali indesiderati a popolare le città italiane, colpite anche dal proliferare di piccioni, che oltre ad essere veicoli di malattie sono anche pericolosi per le case e i monumenti, in quanto i loro escrementi non solo li sporcano, rendendo necessario l’intervento di ditte specializzate in pulizia case, ma li corrode causando dei danni gravissimi. Moltissime sono le misure adottate dalle diverse città italiane per contrastare il problema e bloccare il proliferare di questi uccelli, dai falconieri al divieto di dar loro da mangiare. Si cerca insomma di ovviare al problema dei piccioni senza doverli sterminare, ma limitandone l’invasione con metodi più soft. Niente a che vedere con la catapulta cattura-piccioni sperimentata a Barcellona, una città – non italiana – in cui, secondo gli esperti, il numero di piccioni è dieci volte superiore al livello sopportabile. La tecnica usata a Barcellona permette di intrappolare i volatili in una specie di rete, per poi sopprimerli con il gas. Nelle città italiane, soprattutto in quelle più turistiche, vige invece il divieto di dar da mangiare ai volatili, con multe anche piuttosto salate, ma a questa misura preventiva se ne aggiungono anche altre, volte a risolvere il problema dove si è già presentato.

Molto in voga sono i falconieri, che riescono ad allontanare i volatili senza torcer loro un capello, anzi una piuma. In teoria i falchi caccerebbero i piccioni per nutrirsene, ma i falchi che di solito vengono utilizzati per liberare determinate zone dall’assedio dei pennuti sono addestrati ad inseguire i piccioni, e non ad ucciderli. E allontanando i piccioni dai centri storici si può evitare che imbrattino strade e monumenti rendendo necessari particolari trattamenti pavimentazioni e muri per ripulire ciò che i piccioni hanno sporcato. I falchi vengono di solito liberati la sera, quando i piccioni tornano al nido, per turbarne la quiete e costringerli a cercare un’altra sistemazione. I primi risultati si possono raggiungere anche dopo poche uscite, ma i tempi possono essere anche più lunghi.

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