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Safari Africa

Prima di partire per un safari in Africa o più precisamente per un safari in Kenya o Tanzania bisogna controllare di non avere il passaporto scaduto, portare con se dei medicinali in base alle proprie esigenze (antistaminici, cortisonici, repellenti anti zanzare, disinfettanti) e in base al periodo dell’anno un abbigliamento adeguato. Il clima, molto caldo e umido nelle regioni costiere, diventa più mite e asciutto nel cuore del Paese, in rapporto all’altitudine. Le piogge sono concentrate in due periodi dell’anno: da aprile a maggio le grandi piogge, mentre da ottobre a dicembre le piogge sono intense ma brevi. Il Kenya è quindi un paese con temperature costanti tutto l’anno, con giornate calde e notti fresche sugli altipiani (Nairobi). Lungo la costa, tuttavia, le brezze costanti portano notevole conforto (Malindi e Watamu). I tour operator consigliano di recarsi in Kenya o Tanzania nei periodi più secchi, dove è possibile vedere gli animali solo lungo i corsi d’acqua ed evitare i periodi di piogge intense. Dal mio punto di vista penso che un vero safari fotografico può essere svolto in qualsiasi periodo dell’anno, ad eccezione di quello delle grandi piogge in cui si possono avere delle difficoltà con l’agibilità delle strade. Nei periodi in cui le piogge sono intense ma brevi si possono avere innumerevoli possibilità di avvistare animali anche in situazioni particolari come zebre e gnu che partoriscono durante un temporale nel Parco Serengeti in Tanzania o elefanti che attraversano i numerosi corsi d’acqua del Parco Amboseli in Kenya. Il Parco nazionale del Serengeti è una delle più importanti aree naturali protette dell’Africa orientale. Ha una superficie di 14.763 km², e si trova nel nord della Tanzania, nella pianura omonima, tra il lago Vittoria e il confine con il Kenya. È adiacente al parco keniota di Massai Mara, alla riserva naturale di Ngorongoro  ad altre importanti riserve faunistiche. Il Parco Nazionale di Amboseli, invece, è situato a nord ovest del Kilimangiaro, al confine con la Tanzania nel distretto Loitokitok, il Parco Nazionale Amboseli (“territorio della polvere” perché il lago di Amboseli è quasi sempre asciutto) copre un’area di 392 kmq all’interno dell’ecosistema dell’Amboseli, esteso tra Kenya e Tanzania per oltre 3000 kmq. Divenuto riserva nel 1968 fu dichiarato parco nazionale nel 1974 e nel 1991 Riserva della Biosfera dall’UNESCO. Come citato precedentemente il Serengeti confina con il Massai Mara e insieme costituiscono uno dei più grandi ecosistemi presenti sul nostro pianeta, dando vita ad una delle più grandi migrazioni di ungulati della Terra. La Riserva naturale del Massai Mara si sviluppa su una superficie di 1500 kmq, a meno di 200 km a sud dell’equatore a nord ovest del Kilimangiaro, al confine con la Tanzania. Fu istituita nel 1961 sul territorio in cui precedentemente i Massai erano stati confinati. E’ composta prevalentemente da savane arbustive e arboree che si estendono su ampie pianure e zone collinari intervallate da numerosi corsi d’acqua che sfociano nel grande lago Vittoria. 
L’attrezzatura durante un safari fotografico in Africa può essere varia, si va dal grandangolo al teleobiettivo spinto; si può optare, inoltre, per una serie di zoom per coprire diversi angoli di ripresa. Da quando è nata la fotografia l’attrezzatura dedicata alla fotografia naturalistica è cambiata, la tecnologia ha portato un aiuto importante al fotografo naturalista: il primo passo è stato l’autofocus, poi l’esposimetro TTL per l’esposizione della luce Flash e infine l’avvento della grande era del digitale con le fotocamere digitali compatte e REFLEX. Con il termine Reflex o DSLR (Digital Single Lens Reflex) ci si riferisce ad un tipo di fotocamera ad obiettivi intercambiabili e dotata di uno specchio che intercetta la luce proveniente dall’obiettivo e la riflette (reflex) verso il mirino ottico. Questo tipo di fotocamera permette di avere una migliore qualità e nitidezza delle immagini anche ad alti valori di sensibilità ISO; sono più flessibili in quanto permettono di cambiare ottica in base alla scena e distanza del soggetto; una migliore robustezza e una rapidità di variare le impostazioni tecniche senza entrare ogni volta nel menù ci permette di non perdere degli scatti importanti. Dal punto di vista della composizione nella fotografia naturalistica in Africa bisogna sempre lasciare spazio al movimento del soggetto. Questo spazio viene applicato ai soggetti a destra, sinistra, alto o basso, a seconda della direzione verso cui stanno procedendo. Se il soggetto si muove da destra verso sinistra dovrò lasciare più spazio verso sinistra e meno verso destra, così da sbilanciare l’immagine e proporre al “lettore” il senso di direzione. Nella fotografia di animali anche la posizione degli occhi è importante, esistono situazioni intermedie in cui la direzione dello sguardo del soggetto decide dove lasciare “l’aria”, cosi si chiama lo spazio lasciato libero. Bisogna verificare sempre la direzione di visione e la posizione del soggetto, se questo rimane sulla destra e guarda a destra non otteniamo un’immagine bilanciata, risulterebbe invece corretto posizionare il soggetto a sinistra. Succede che il soggetto guardi in direzione contraria al movimento, in questi casi, risulta comunque corretto dar spazio verso la direzione di visione e non quella di movimento. Ricordiamoci sempre che dobbiamo evitare che il soggetto sia troppo vicino ai bordi dell’immagine, sbilancerà troppo la composizione rendendola difficilmente leggibile. In ogni caso ricordarsi sempre che i momenti migliori della giornata per scattare delle ottime foto sono quelli dell’alba e del tramonto. In questi momenti della giornata la luce del sole da al paesaggio e anche agli animali una tonalità di colori che rendono la foto “unica”. Consiglio inoltre di scattare con mezzo di trasporto (land cruiser 4×4 o pulmino) rigorosamente spento per evitare vibrazioni; l’utilizzo del cavalletto o monopiede è sconsigliata (l’ingombro è eccessivo e la scomodità nell’utilizzo è tanta). Consigliato, piuttosto, un sacchetto di legumi secchi o sabbia da appoggiare sulla carrozzeria  del veicolo dopo che il tettuccio è stato aperto; in questo modo si evita di rovinare gli obiettivi e si riducono notevolmente le vibrazioni durante le fasi di scatto.

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