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Come coltivare e curare il lilium o giglio

Il giglio, o “lilium”, è una pianta della famiglia delle Liliaceae. Originario dell’Europa, il giglio si trova anche in Asia e nel Nord America. Le piante hanno un’altezza variabile, dagli 80 cm ai due metri, con un bulbo a scaglie imbricate, con al centro un disco dove sono disposte. Nella parte bassa ci sono le radici, mentre lo stelo è posizionato in quella superiore.

Il giglio ha scaglie acuminate, serrate fra loro, più o meno larghe, che variano a seconda della specie. A differenza delle altre piante bulbose, le radici del bulbo del giglio, che sono perenni, non si rinnovano annualmente. Le foglie sono lanceolate, un po’ strette e contrassegnate da venature parallele attorno al fusto e in ordine sparso. Per ogni fiore ci sono tre petali, più altri tre petaloidi. Sui lunghi steli ci sono le infiorescenze, che hanno forme e colori diversi e sono spesso profumati.
Come si coltiva

In genere la coltivazione dei gigli non presenta difficoltà. Per una lavorazione adeguata, è necessario che il terreno sul quale vengono piantati i gigli sia soffice, fertile, ricco di torba e di sostanza organica. Fanno eccezione il lilium candidum (per le specie europee) e il lilium henryi (esotico) che si adattano ai suoli calcarei. Per la coltivazione in vaso si utilizza un miscuglio di foglie di faggio e sabbia per il drenaggio. Sebbene il giglio cresca in ambienti luminosi, è bene non esagerare con l’esposizione luminosa. Meglio posizionare le piante in leggera ombra, ed esporle soltanto a qualche flebile raggio di sole. I gigli prediligono temperature moderate, e ambienti non troppo freddi. In estate, il terreno va inumidito, e l’annaffiatura dev’essere diminuita gradualmente, per essere poi quasi sospesa l’inverno. L’acqua non si deve depositare, bisogna evitare che ristagni.

La riproduzione del giglio avviene per propagazione, attraverso la divisione dei cespi o, in primavera, con la piantumazione dei bulbi che vanno affondati a non meno di 2 cm di profondità e coltivati in vaso in autunno, oppure in terra se è primavera. I bulbi vanno interrati e distanziati di 14-20 cm l’uno dall’altro. Accade che i semi non germinino con facilità, ma è un’eccezione che vale solo per alcuni tipi, mentre per altri come il lilium regale, il longiflorum, il concolor, il tenuifolium, la germinazione è rapida e dopo un mese già si vede la prima fioritura. Il miglior periodo per la semina, tuttavia, è l’autunno, ma in primavera si possono seminare le specie che tardano nella fioritura, come il philippinense formosanum, fra febbraio e marzo.

Ci sono specie, inoltre, in cui si ha prima una germinazione parziale, in cui nel primo anno i cotiledoni (cioè le foglie embrionali presenti nei semi delle piante) non fuoriescono dal terreno, e succede che si sviluppa solo un primo bulbetto, e da quello le foglioline, ma solo nel secondo anno d’età. I bulbetti nella parte bassa dello stelo, si possono usare per moltiplicare le specie henryi, speciosum, longiflorum e umbellatum. Il rinvaso va effettuato tutti gli anni, all’inizio della stagione calda e dopo la fioritura.

Quando i fiori appassiscono, le parti danneggiate vanno eliminate tramite potatura. Per il resto, il giglio non richiede molti tagli, ma una maggiore accortezza nella coltivazione.

Nel link qui di seguito potete trovare la scheda dettagliata sulla coltivazione del giglio che comprende anche i parassiti, le differenti specie ed alcune curiosità.

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