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Nuovo Testo ambientale: una tutela alle ecomafie.

L’Unione Europea chiede ai Paesi membri di varare leggi che tutelino, penalmente, l’ambiente e puniscano, penalmente, chi specula e inquina, mettendo di conseguenza a rischio le popolazioni: i responsabili sono da identificarsi in coloro che hanno interessi, politico affaristici, nella gestione di discariche, depuratori, centrali nucleari, a gas, a carbone, rifiuti industriali e via discorrendo.
Chi si trova oggi a dover vivere il triste destino di paladino dei propri diritti, come i tanti cittadini unitisi nei più svariati comitati civici per la tutela della propria terra, conosce perfettamente i limiti della nostra legislazione in materia ambientale, tanto che, giorni fa, questo argomento è stato oggetto di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione di Pietro Grasso (Procuratore nazionale Antimafia), Vittorio Cogliati Dezza (presidente nazionale Legambiente), Roberto Della Seta (commissione Ambiente Senato), Francesco Ferrante (commissione Ambiente Senato), Enrico Fontana (responsabile Osservatorio Ambiente e legalità di Legambiente). Quanto segue è una denuncia, un grido di battaglia, ma, anche di speranza, lanciata da R.E.B.A.: il nostro Paese conta il più alto tasso di fenomeni di ecomafia; atti gravissimi e che vanno considerati, al di la di ogni ragionevole dubbio, reati penali con l’aggravante del tentato omicidio, preterintenzionale, ( «il delitto è preterintenzionale quando dall’azione od omissione deriva un evento dannoso o pericoloso più grave di quello voluto dall’agente»), a danno delle popolazioni . Il recepimento delle direttive 2008/99 e 2009/123 avrebbero dovuto spingere il nostro governo a porre rimedio alla situazione attuale, un codice ambientale fatto solo di contravvenzioni, e varare, con urgenza, una legge a disciplinare penalmente e con pene efficaci, come richiesto dall’Europa, i reati ambientali, tra i quali: i delitti ambientali in forma organizzata, l’inquinamento ambientale, pericolo per l’incolumità pubblica, il disastro ambientale, l’alterazione del patrimonio naturale (flora e fauna), il traffico illecito di rifiuti, la frode ambientale, il ravvedimento operoso.
Incredibilmente, nel testo approvato di tutto ciò non c’è traccia e i reati ambientali continuano a restare impuniti. A questo punto ci chiediamo, come Registro Europeo Bombe Ambientali come possa l’UE accettare tale testo tanto da evitare all’Italia di incorrere in future sanzioni e procedure di infrazione: appoggiando tale testo l’UE rigetta se stessa e le proprie direttive, oltre a farsi complice di un sistema gravissimo come quello legato al fenomeno delle ecomafie. Il presidente di Legambiente, associazione autoritaria e ben nota tra gli attivisti dell’ambiente ha così dichiarato nella conferenza stampa: «Una riforma efficace sarebbe quella che prevede pene reclusive crescenti in base alla gravità degli illeciti, dal danno ambientale al delitto di ecomafia o di frode ambientale . A fronte della sistematica aggressione al nostro patrimonio ambientale è stata elaborata, invece, una legislazione penale blanda, inefficace e priva di fattispecie delittuose. Così come lascia perplessi la mancata condivisione dell’iter di recepimento con associazioni, forze dell’ordine, magistrati e tutti coloro che si confrontano ogni giorno con i limiti di questa normativa». Saranno contenti di sapere, i tanti cittadini in guerra contro tali fenomeni, che per chi apre una discarica abusiva, è previsto un arresto da 3 mesi a 2 anni, senza misura cautelare e una multa che va dalle 2.600 euro ai 26 mila euro. Chi inquina il suolo, sottosuolo, le acque superficiali o le acque sotterranee, con il superamento delle concentrazioni soglia di rischio, rischia l’arresto da sei mesi a un anno e l’ammenda da 2.700 euro a 26 mila. A chi viene ”beccato ad avvelenare terra, acque e cielo” converrà pagare queste ridicole ammende invece di sostenere i costi altissimi per la bonifica del territorio. E chi bonificherà le aree? Nessuno, le amministrazioni si diranno senza euro in cassa, gli stanziamenti finiranno nelle casse proprio di chi, dietro la compiacenza politico – mafiosa, ha inquinato. Legambiente si è rivolta a Confindustria per proporle una collaborazione attua ad inserire alcune modifiche nel decreto legislativo. Eppure Confindustria stessa, finisce per sua stessa natura, nell’elenco dei maggiori responsabili e sospettati dei danni ambientali ed ecomafie in generale; non è forse essa che ha richiesto, esplicitamente, un ritorno al nucleare? Non è la Confindustria che ha richiesto, più volte, di fermare il Sistri? Non è essa che rappresenta tutte quelle grandi multinazionali che vanno dalle aziende chimiche alle petrolifere a quelle dell’acciaio? Cioè proprio le aziende che producono i maggiori rifiuti pericolosi ed inquinanti vari? Non è sempre lei che ha nel proprio seno i gestori di depuratori, aziende per la raccolta, conferimento e smaltimento dei rifiuti? Come anche depuratori e termovalorizzatori? Come se non bastasse nel decreto appena varato non esiste una sola norma adeguata per il cemento. Lasciando indifesi gli splendidi paesaggi italici, preda dei faccendieri, vecchi e nuovi del cemento. Confindustria con Legambiente e il gruppo Sorgenia: Sorgenia è tra i principali fornitori di energia in Italia, parte dell’impero finanziario di Carlo De Benedetti, tessera numero uno del PD. Il gruppo Sorgenia ha affari in tutto il mondo: controlla centrali elettriche, a gas, rigassificatori, eolico e solare e ha partecipazioni in Tirreno Power, controllata al 65% da Cir.
Cir (Compagnie Industriali Riunite) è una holding italiana controllata da Carlo De Benedetti attraverso la COFIDE. Rodolfo De Benedetti è amministratore delegato.
La holding occupa spazi anche nell’editoria, Gruppo Editoriale L’Espresso; nella componentistica per auto con SOGEFI e nella sanità con il gruppo KOS (ex Holding Sanità e Servizi). La COFIDE (Compagnia Finanziaria De Benedetti) è una holding finanziaria. In realtà il gruppo Cir si muove anche in internet, nelle radio, media, meccanica, strutture private per anziani e centri di riabilitazione. Raggruppa Deutsche Banck, Omnitel, Wind, Sorgenia, sanità. Carlo De Benedetti, primo sponsor del Pd è iscritto alla loggia Cavour. Marzo 1991, all’allora ministro del Bilancio, Paolo Cirino Pomicino, si presenta Carlo De Benedetti chiedendogli a bruciapelo: « Vuoi essere mio ministro?» e gli parla di un progetto che stava elaborando con alcuni amici, industriali e giornalisti e da affidare poi a referenti politici. Si trattava di affari industriali, scalate e accaparramento dei maggiori vertici di Stato. Va detto che il gruppo Sorgenia acquisterà, negli anni, terreno demaniale a sotto costo e anche, sempre a sotto costo, aziende di bandiera e pezzi di banche.
Legambiente, cosa ci fa con Confindustria e come socio di Sorgenia? Non a caso la prima non fa grandi battaglie alle centrali di vario genere e titolo gestite o controllate da Sorgenia. Legambiente è socio al 10% del gruppo Sorgenia.

L’associazione ambientalista che si oppone strenuamente alle centrali a carbone di Genova e La Spezia, ritiene misteriosamente ecocompatibili le sue centrali a Savona, Vado, Val Bormida, Modugno. Questa raccontata è cronaca ben argomentata, è storia. A questo punto ci chiediamo a che pro illudere i cittadini e come chiedere agli stessi credibilità. Vogliamo far presente a Piero Grasso, procuratore nazionale Antimafia e maggiormente a Confindustria e a Legambiente e ai rappresentanti del Senato che non va riscritta una legge che rendi penale i reati contro l’ambiente perchè essa esiste già, anzi, a tal proposito interroghiamo il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Presidente, chiediamo a Lei se è mai venuto a conoscenza, considerato che al tempo era già Presidente, di un testo di legge del 2007 firmato dall’allora presidente del Consiglio Romano Prodi dal titolo: Disegno di legge recante Disposizioni concernenti i delitti contro l’ambiente». Era il 24 aprile 2007, il testo approvato in consiglio dei ministri doveva giungere sul tavolo del presidente Napolitano che a sua volta doveva firmarlo per poi andarsi ad inserire nel secondo libro del codice penale. Gli articoli più importanti riguardano: inquinamento ambientale; alterazione del patrimonio naturale, della flora e della fauna; traffico illecito di rifiuti; traffico di materiale radioattivo o nucleare; danno ambientale; pericolo per la vita o l’incolumità personale; delitti ambientali in forma organizzata. Scritto e articolato in ogni sua parte come Unione Europea impone, perchè sembra sparito questo testo? Tutti i comitati civici di Italia si uniscano a questa domanda, i simpatizzanti di Legambiente espongano domande all’organizzazione sul proprio operato. Abbiamo sprecato troppo tempo e delegato all’infinito, ora che la nostra terra avvelenata non ne può più, ora che ci si ammala di neoplasie come di influenza, ora che la consapevolezza ci unisce e non più divide è tempo di compiere il giro di boa e ricordate, andate in massa al referendum votando 4 volte SI sarà come il rullare di tamburi all’inizio dell’ultima battaglia per vincere la guerra. Il referendum sul legittimo impedimento lo dovete leggere come referendum contro i responsabili dei disastri ambientali. La mafia non entra nelle istituzioni senza un lascia passare e questo lascia passare rischia di non subire condanne esemplari grazie al legittimo impedimento.

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