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Orti in Condotta 2009: SlowFood porta gli orti nelle scuole. Intervista a Valeria Cometti, Responsabile Ufficio Educazione dei SlowFood Italia

Marcoledì 11 novembre è il giorno della Festa Nazionale degli “Orti in condotta”. L’importante iniziativa di Slow Food,
rappresenta un modo innovativo di fare didattica nelle scuole primarie,
insegnando ai bambini il valore della biodiversità e del rispetto per
l’ambiente promuovendo la realizzazione di un orto fra le mura
scolastiche.
Il progetto è nato nel 2006 e si ricollega
all’esperienza degli Edible School Gardens che Slow Food US ha portato
avanti negli Stati Uniti. Successivamente l’iniziativa si è diffusa in
tutto il mondo, arrivando perfino in Uganda.
Durante l’estate di
San Martino (3 giorni e un po’) storicamente venivano rinnovati i
contratti agricoli annuali, e proprio nei giorni di questa simbolica
ricorrenza prenderanno parte ai festeggiamenti 224 scuole e oltre 16
800 bambini in 19 regioni italiane.

Abbiamo chiesto qualche informazione a Valeria Cometti, Responsabile Ufficio Educazione di Slow Food Italia.

Come nasce in Italia l’idea degli “Orti in condotta”?
Gli
orti scolastici in Italia non sono una “nostra” novità. Già agli inizi
del secolo scorso in alcuni istituti – come ad esempio nella scuola
Giuseppina Pizzigoni a Milano, che è tuttora una delle scuole attive –
si portava avanti questo metodo di insegnamento “dell’imparare
attraverso il fare”. Purtroppo questo approccio è andato via via
sparendo, e quindi è venuta l’idea di riproporlo in una chiave nuova,
in modo da associarci un valore aggiunto, che è il cercare di creare,
attraverso l’ “Orto in condotta”, una vasta base associativa locale che
sia in grado di dare un contributo esteso alla formazione dei ragazzi.
Quindi,
oltre agli insegnanti, che si occupano della parte di educazione
alimentare ed ambientale, dell’orticultura e della cultura
gastronomica, prendono parte anche i genitori e i nonni, cui viene
chiesto di proseguire questo percorso culturale anche al di fuori delle
mura scolastiche e di presentare la loro “memoria storica” in materia
di alimentazione e tradizioni gastronomiche. Ma non solo: partecipano
le comunità del cibo sul territorio, i cuochi delle osterie.
Insomma,
l’intenzione di Slow Food è quella di mettere in connessione la scuola
con la comunità in cui risiede attraverso tutti i soggetti che ne fanno
parte. Ognuno dà il suo contributo. Per esempio, i produttori
alimentari spiegano ai ragazzi perché in una zona viene coltivato un
prodotto – o una qualità – piuttosto che un’altra.

Quindi potremmo dire che “Orto in condotta” è un’iniziativa
fondamentalmente formativa: una sorta di “didattica applicata” per
insegnare ai ragazzi ad avere un rapporto nuovo con la Terra e col
territorio.

Orto in condotta vuole essere “imparare
attraverso il fare”, e ancora di più imparare divertendosi e
confrontandosi con gli altri.

http://www.you4planet.it/news/134/Orti_in_Condotta:_SlowFood_porta_gli_orti_a_scuola

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