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L’ universo: può essere considerato un ologramma ?

La comunità scientifica internazionale, per effetto degli studi sul cosmo, riconosce un elevato grado di armonia nella struttura dell’ universo.
Si pensa attualmente che stiamo vivendo in un universo locale  che fa parte di un numero potenzialmente elevato di universi locali.
Questi universi sono come delle bolle di una schiuma cosmica:
(fonte Margaret Geller, John  Huchra   1986) il concetto si collega
 pienamente alle visioni mistiche dei saggi vedici indiani ;
questi ultimi, parlano  di un continuo riformarsi dell’ universo in una
serie di cicli interminabile. Una bolla, un universo nasce continuamente
dall’ altro . Questo ci porta a considerare comunque a considerare un atto
"originario" e di conseguenza a una mente cosmica ordinatrice.
Ma che tipo di ordine ? 
Gli antichi saggi-mistici non avrebbero alcun dubbio nel sottoscrivere
l’ esistenza di un universo olograficamente formato  con un soggiacenti
significati, armonia, scopo.
Gli antichi Egizi nei loro studi metafisici hanno racchiuso nella massima
"Come in alto, così è in basso"  tutte le loro intuizioni sul cosmo, un cosmo
strutturato per l’ appunto come un ologramma.
Sono dovuti passare 2500 anni perchè le intuizioni  di quegli uomini antichi
avessero una conferma scientifica. Oggi con l’ avvento dei computer e della
loro potenza di calcolo possiamo accedere alla visione dei modelli geometrici
complessi che sono alla base della natura.
L’ universo è un ologramma, e l’ autosimilarità, l’ invarianza di scala sono
alla base dei cosidetti "frattali" mattoni di base del principio olografico.
Comunque la materia è strutturata e secondo i dati forniti dal "Sloan
Digital Sky  Survey"  lo scienziato, il fisico Luciano Pietronero sostiene
che la materia ricade sotto tutti gli stessi schemi a qualsiasi grado o livello
venga analizzata…o meglio la struttura dell’ universo è un frattale e risponde
ai principi geometrici dei frattali.
Verso gli anni 70 dello scorso secolo B. Mandelbrot, un docente dell’ università di Yale,
ha portato alla luce un metodo per evidenziare la struttura che sottostà a quello che
vediamo nel mondo, quello che noi consideriamo il reale.
La struttura che Mandelbrot indica è una struttura fatta a schemi e nel dettaglio, di schemi
 dentro agli schemi, così all’ infinito. Questo modo di interpretare il reale è stato
 chiamato "geometria dei frattali e serve a definire e calcolare i processi che avvengono
in natura, cosa che con la geometria euclidea fatta di quadrati, rettangoli e triangoli non
 si riusciva a fare. E’ stato un vero e proprio balzo in avanti nella scienza visto che prima
la natura veniva considerata troppo complessa e frammentata per essere considerata
matematicamente. La natura usa dei pezzi "frammentati" per comporre sè stessa e non usa
linee e cerchi perfetti per costruire colline, alberi,pianure e deserti.
per saperne di piu http://www.laviadellasaggezza.net/blog/coscienza/l-universo-fatto/

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