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Vogliamo oggetti belli e funzionali, se non lo sono gli facciamo un upgrade


Forma, funzione e bellezza
insieme formano innovazione

DESIGN | A fine settembre di quest’anno il vulcanico Enzo Mari rispondeva al Cersaie alle domande dei designer di domani facendo una vera e propria lezione di etica del design. «Io nel mio lavoro mi comporto così – illustra il maestro Mari – faccio un’ipotesi, poi la guardo, la critico ferocemente. Tutto quello che mi appare un difetto lo elimino, in ordine di gravità. In casi rarissimi ho la sensazione che la prima idea sia quella giusta, e allora mi viene un sospetto, che mi porta a mettere sul piatto un’altra idea. Poi le modellizzo entrambe, le costruisco realmente. Infine costruisco un terzo modello. Sono i principi della dialettica: tesi, antitesi, sintesi» La sintesi tra forma e funzione è la caratteristica dei progetti di Mari, l’esemplificazione di questa filosofia ideativa la troviamo nella sedia Tonietta per Zanotta (Compasso d’Oro nel 1987). Sul fronte opposto troviamo l’irriverente Philippe Starck che vive il progetto quasi fosse un’illuminazione divina. Lo spremiagrumi Juicy Salif ideato per Alessi si dice sia stato schizzato su una tovaglietta di carta in un ristorante italiano, è considerato l’icona del design contemporaneo, ma ancora adesso dopo 20 anni dalla sua creazione fa discutere per non rispondere pienamente alla funzione per cui è stato creato. Risponde pienamente, però, a un’esigenza estetica, ancora oggi, infatti, vende anche se il produttore sconsiglia di utilizzarlo per spremere agrumi… Ironico vero? C’è anche chi come lo studio di design tedesco Adam + Harborth, ci ha messo la classica pezza, in modo provocatorio e intelligente e con il loro Salif Aid hanno risolto i problemi funzionali di Juicy Salif, facendo quello che viene chiamato design-upgrading. In questa ricerca di equilibrio tra essere e apparire, arriva la risposta di Matteo Thun che ha conquistato una messe di riconoscimenti, tra cui tre Compasso d’Oro e, solo per restare al 2010, due Wallpaper Design Award e un Design Plus Award ha sedotto il pubblico con il suo No design – da un’intervista a Rai Educational, Thun ci spiega «Il No Design, o Zero Design, implica il fatto di rinunciare a una forma personale a vantaggio di un archetipo, di una forma iconica» e la vasca in larice Ofurò ne è l’esempio concreto, bella, semplice, funzionale, come dicono gli stessi creatori «Ofurò è lavoro di sottrazione e semplificazione volto alla ricerca di semplicità ed essenza» che è stata premiata sia con il Best of Year della rivista Interior Design sia con il 2010 Good Design Award del Chicago Athenaeum Museum.

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