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Rivestimenti antiaderenti: non solo padelle!

Il rivestimento antiaderente, che ora può essere di plastica, di alluminio antiaderente, di ceramica o di altro materiale, qualunque sia la sua destinazione, è nato per caso: Roy Plunkett, nel 1938, notò la resistenza agli agenti chimici aggressivi che c’era all’interno di una bombola di tetrafluorotene. Da allora si cominciarono a vedere le possibilità di utilizzo del teflon, che venne introdotto in svariati campi.
Le proprietà per le quali i rivestimenti plastica, di alluminio e di altri materiali antiaderenti sono utilizzati sono molteplici; parlando del teflon, per esempio, tra le sue proprietà più apprezzate nell’utilizzo industriale c’è l’inerzia chimica, per cui l’oggetto protetto è salvo dalle aggressioni degli agenti chimici, fatta eccezione di alcuni come i metalli alcalini fusi, il fluoro ad alta pressione. Ma non possiamo non nominare anche l’insolubilità in acqua e nei solventi, la resistenza al fuoco, le qualità elettriche, la scorrevolezza superficiale e l’antiaderenza.
Inoltre, utilizzandoli per i macchinari nel settore produttivo, si può parlare di rivestimenti antiusura, perché rivestendo il macchinario lo proteggono dall’uso, quindi basterà cambiare periodicamente il rivestimento senza essere costretti a sostituire l’intero macchinario. Pensando agli utilizzi casalinghi del rivestimento antiattrito, invece, è chiaro come questo sia utile in cucina per limitare l’utilizzo di grassi, rendendo la cucina più leggera e digeribile. Naturalmente la visione domestica dell’utilizzo del materiale antiaderente può far pensare a quanto sia fondamentale in alcuni macchinari che entrano a contatto con materiali quali colle, vernici, alimenti e altri ancora: tutti questi sono casi nei quali l’antiaderenza è fondamentale per la buona riuscita delle operazioni.
Tra i materiali utilizzati per questo scopo ci sono l’alluminio, la plastica, la ceramica, l’acciaio: sono materiali resistenti, ognuno dei quali è indicato per utilizzi specifici. A seconda del materiale con cui il rivestimento dovrà entrare in contatto, infatti, si sceglierà il rivestimento più adatto, certi che il rivestimento scelto sarà utile a rendere più agevole la produzione, a migliorare la qualità del prodotto finale e ad allungare la vita del macchinario rivestito.
I trattamenti antiusura per i macchinari possono rivelarsi molto utili per allungare la vita di macchinari che entrano in contatto con agenti chimici che, non trovando materiali in grado di resistere, corrodono e rendono inutilizzabili i macchinari in pochissimo tempo.
Vogliamo vedere alcuni esempi di utilizzo del teflon? Nell’industria chimica ad esempio rivestimenti in teflon sono assolutamente fondamentali per la protezione dagli agenti chimici, con i quali il teflon non ha nessuna reazione. Nell’industria elettrica è usato come materiale isolante, mentre in liuteria è utilizzato come additivo nella produzione dei capotasti sintetici per ridurre l’attrito tra corde e capotasto.
Pensando ai rivestimenti antiaderenti e antiusura, quindi, non pensiamo solo alle padelle: tra i macchinari per la produzione di colle, vernici o spaghetti, gli isolanti elettrici e le chitarre, i rivestimenti fanno parte della vita quotidiana di tutti, molto più di quanto si immagini.

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