No Banner to display

Article Marketing

article marketing & press release

IMU, la nuova imposta preoccupa gli italiani

L’IMU è la nuova tassa sugli immobili che da quest’anno sostituisce l’ICI e che andrà a colpire nuovamente, dopo 4 anni di esenzione, anche la prima casa. I cittadini italiani sono preoccupati perché, dopo il’aumento indiscriminato dei prezzi dei carburanti e del costo della vita, adesso la nuova tassa sui beni immobili avrà una base imponibile molto più alta rispetto al passato e quindi, andrà a colpire duramente le famiglie dello stivale.
E non importa che si tratti di prima o seconda abitazione, negozio o magazzino, terreno agricolo o terreno edificabile, quel che è certo è che tutti, famiglie e imprese, dovranno pagare e anche profumatamente. In questo modo lo Stato dovrebbe ottenere un minimo di 10 miliardi per rimpinguare le proprie casse.
Il metodo per calcolare l’IMU è uguale a quello per il pagamento dell’ICI, ma la tassa sarà più aspra che in passato perché sono state aumentate considerevolmente le cifre dei moltiplicatori, con conseguente lievitazione della base imponibile. Il calcolo è semplice: si prende la rendita catastale, la si rivaluta per il 5% e si moltiplica il risultato ottenuto per un coefficiente standard, legato alla tipologia del bene immobile: 160 per gli appartamenti (prima era 100), 140 per i laboratori (era 100), 80 per gli uffici (una volta era 50) e 55 per i negozi (precedentemente partiva da 34). Successivamente va applicata un’aliquota e anche in questo caso, si va a toccare un altro aspetto dolente della nuova imposta. Infatti, le nuove aliquote ordinarie, sono più alte rispetto a quelle dell’ICI e come se non bastasse, il Governo ha lasciato ai Comuni la possibilità di abbassare o aumentare a piacimento tale cifra, fornendo solo un tetto massimo e minimo. L’aliquota ordinaria per la prima casa, ad esempio, è salita allo 0,4% e i Municipi possono scegliere di modificarla aggiungendo o sottraendo un massimo di 0,2 punti percentuali. Per le altre proprietà, l’aliquota ordinaria è salita allo 0,76%, ma ogni Comune potrà modificarla a piacimento, al rialzo, o al ribasso, per un massimo dello 0,3%, andando quindi da un minimo di 0,46% ad un massimo di 1,06%. Ma quale Comune penserà al ribasso? Il Governo Monti ha previsto anche la presenza di detrazioni: per la prima casa è stata introdotta una detrazione ordinaria di 200 euro, aumentabile di 50 euro per ogni figlio a carico under 26 fino ad un massimo di 400 euro. L’effetto, tuttavia, sarà percepito soltanto dai proprietari delle case più piccole e dalle famiglie numerose, ma per i contribuenti senza figli che vivono in case più spaziose la nuova tassa rappresenterà una vera e propria batosta.
I Municipi, in difficoltà per i tagli del Governo, avranno tempo fino al 30 giugno per prendere una posizione riguardo agli aumenti delle aliquote IMU: questa decisione, considerata rischiosa da diversi esponenti politici, in molti casi verrà presa soltanto dopo i risultati delle elezioni amministrative che si terranno a maggio.
Intanto, già tredici Giunte coraggiose hanno ritoccato l’imposta sulle abitazioni, portandola oltre le aliquote fissate dal Governo. Di questi tredici Comuni, tutti capoluoghi di Provincia, sette hanno deciso per rincari sulla prima e sulla seconda casa, e sei solo sulla seconda.
Firenze, Cuneo, Salerno e Reggio Emilia (che comprende anche Roma e Bologna), sono presenti nella lista dove gli aumenti superano il 30 per cento. A Roma, il sindaco Alemanno ha innalzato l’aliquota sulla prima casa al 5 per mille (un punto percentuale in più rispetto a quella ordinaria) e quella sulla seconda e le eventuali altre abitazioni al 10,6 per mille, cioè al massimo imponibile.

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Article Marketing