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Il finto neutralismo dello spot sul nucleare

Da qualche settimana siamo assediati da un dubbio, nucleare sì o nucleare no? E’ quello che ci domanda uno spot che sta passando assiduamente sulle nostre televisioni, uno spot che a primo sguardo ci pare equilibrato, neutrale, aperto al dialogo. Ce ne lasciamo sedurre, convinti che per la prima volta qualcuno voglia conoscere la nostra opinione prima di realizzare qualcosa , che a qualcuno interessi informarci e lasciarci discutere sul futuro del nostro paese. Mai cosa fu più falsa.

Qualcuno, destatosi dal torpore dell’incanto pubblicitario, ha riflettuto sul contenuto televisivo ambiguo e vagamente subliminale dello spot che la stessa persona (espressione del dubbio che è in noi) che sdoppiata gioca una partita a scacchi nella quale al nero spetta la posizione antinuclearista ed un ignoranza vaga nel porre dubbi qualunquisti “sono contrario all’energia nucleare perché mi preoccupo per i miei figli” mentre il bianco è assegnato alla posizione nuclearista ed una precisione argomentativa nelle risposte che di fatto controbattono e sconfessano i dubbi mostrati dai primi “sono favorevole perché tra cinquant’anni non potranno più contare sui combustibili fossili”. Poco dopo lo spaesato ci riprova: “Ci sono dei dubbi sulle centrali”. E’ ancora generico e disinformato, infatti il granitico lo infilza di nuovo: “Ma non ce ne sono sulla sicurezza”.

Insomma, è una partita a scacchi senza storia nella quale a colpi di stiletto tutte le tesi antinucleari vengono sconfessate. Anche se questi argomenti dovrebbero quanto meno far riflettere, spesso, per confutare ogni dubbio argomentativo è bene guardare l’aspetto economico della vicenda, ovvero chi paga questo spot.

La campagna pubblicitaria, costata 6 milioni di euro è stata pagata dalla lobby nucleare, che nei fatti si è autotassata per affidarsi lo spot “equilibrato e neutrale” da dare in pasto agli italiani. Questo si rivela quindi una farsa, che pur volendo dare la mera illusione di neutralità, nei fatti è finanziato da aziende come Alstom, Ansaldo Nucleare, Areva, Confindustria, Eon, Edf, Edison, Enel, Federprogetti, Gdf Suez, Sogin, Stratinvest Ru, Techint, Technip, Tecnimont, Terna, Westinghouse. Tutte leader nel settore energetico ed aventi enormi interessi nel costruire e favorire il nucleare in Italia. E’ risaputo che la propaganda sia un’arte sottile e scientifica, però qui le uniche pedine mosse sembrano essere gli spettatori ingenui.

Gaetano Bocchetti (Direttore www.cosavostra.it)

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