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Omega, nuovo ordine di custodia stavolta per il caso Phonemedia

L’inchiesta sul fallimento del colosso piemontese dei call center: finisce in carcere l’ex amministratore della società-spazzino, agli arresti domiciliari da luglio a Roma per l’operazione su Agile-Eutelia

Omega, nuovo ordine di custodia stavolta per il caso Phonemedia Una delle tante manifestazioni dei lavoratori Phonemedia promosse fra il 2009 e il 2010
NOVARA – Svolta nell’inchiesta penale sul caso Phonemedia. Il gip del tribunale di Novara, su richiesta della procura, ha disposto la custodia cautelare in carcere per Claudio Marcello Massa, uno degli amministratori formali del gruppo Omega, società-spazzino che rilevava aziende decotte 1 o in difficoltà e poi coinvolta nei fallimenti e “ristrutturazioni” – da Eutelia-Agile a Raf-Phonemedia, da Best contact Lazio alla sarda Vol 2.O – che hanno lasciato senza lavoro migliaia di persone.

Il provvedimento è stato adottato nell’ambito dell’inchiesta penale sul fallimento di Raf-Phonemedia deciso lo scorso 11 novembre dal tribunale novarese; un’indagine nata dagli esposti dei circa mille dipendenti delle sedi piemontesi (oltre Novara anche Biella, Ivrea, Trino Vercellese) della Phonemedia, ex colosso del settore call center che attraverso una serie di controllate possedeva una dozzina di contact center in tutta Italia; i circa 8mila dipendenti si ritrovarono senza stipendio né ammortizzatori sociali da un giorno all’altro appena le aziende furono rilevate da Omega.

L’ordinanza – si è appreso oggi a Novara – è stata notificata nei giorni scorsi a Claudio Marcello Massa a Roma, dove si trovava agli arresti domiciliari per l’inchiesta gemella relativa all’operazione che aveva portato all’acquisizione, da parte di Omega, del ramo it di Eutelia attraverso la società
Agile-Eutelia e per la quale era stato arrestato, il 10 luglio scorso, insieme ad altre sette persone.

Massa ora è accusato dalla Procura di Novara di una serie di reati collegati al fallimento di Raf-Phonemedia che – secondo le contestazioni dei pm – sarebbero stati compiuti prima della dichiarazione fallimentare. In particolare, gli investigatori della guardia di finanza, che hanno condotto le indagini, sono convinti che il passaggio delle quote di Raf-Phonemedia dal precedente proprietario Fabrizio Cazzago (indagato dalla procura di Novara per bancarotta) a Omega, attraverso società di diritto lussemburghese, abbia avuto come unico scopo quello di alleggerire la società di partenza da lasciar poi fallire.

Novara è una delle tante procure d’Italia che si è interessata alle attività del gruppo Omega. Un’altra inchiesta sulle controllate meridionali dell’ex Phonemedia, avviata dalla procura di Catania, aveva avuto sviluppi clamorosi 2nel maggio scorso. Altri magistrati se ne sono occupati per gli incroci con le vicende Eutelia 3, in particolare per la cessione a Omega del settore information technology attraverso la controllata Agile, per la quale sono scattati gli arresti nel luglio scorso 4.
la repubblica

Il caso Omnia Network – Omnia Network era un’azienda quotata a Piazza Affari fino al 17 aprile, quando la Borsa italiana ha sospeso il titolo a tempo indeterminato a causa di contestazioni sui bilanci 2007 e 2008 e del mancato aumento di capitale indispensabile ad assicurare la continuità aziendale. L’attività di call center del gruppo era affidata a tre controllate – Omnia Service center, Omnia group service e Vox2web – che a settembre del 2009 sono state cedute al prezzo di 29 milioni di euro alla società Alba Rental srl. La Consob ha chiesto chiarimenti sull’operazione ed è venuto fuori che il valore reale delle tre singole controllate era molto più basso: meno di 8 milioni di euro in tutto. Allora perché Alba Rental ha “pagato” quasi quattro volte di più?

Perché in realtà non ha versato un euro, ma ha avuto in cambio 20 milioni di crediti che le tre società vantavano nei confronti della controllante Omnia Network e 9 milioni risultato della compensazione di crediti tra azienda madre e società figlie. E poi perché ai vertici di Alba Rental c’erano due ex dirigenti delle società vendute e l’ex amministratore di Omnia Network, Alessandro Gili. Il 13 ottobre, comunque, Alba Rental ha ceduto a sua volta l’intero “pacco” alla società Voicity (amministratore sempre Gili). L’effetto finale è che Omnia Network si è liberata dei pesi e circa 2.500 suoi ex dipendenti, oggi Voicity, non vedono lo stipendio da mesi e cercano di ottenere qualche ammortizzatore sociale per andare avanti. Per la Omnia service center (un migliaio di operatori), inoltre, il 28 gennaio scorso la procura di Milano ha chiesto il fallimento per somme non versate al fisco. Il tribunale deciderà il 24 marzo.tuotrading
la repubblica

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