Riguardo gli enti certificatori per i documenti digitali, sono state pubblicate, da parte dell’AIPA, le regole tecniche che definiscono con precisione gli standard tecnologici da adottare (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 febbraio 1999).
Quale può essere l’utilizzo della firma digitale? La firma digitale può essere apposta su qualunque documento informatico. Pertanto, alcune applicazioni potrebbero essere le seguenti: comunicazioni ufficiali con le amministrazioni pubbliche; risposte a bandi e gare pubbliche; moduli di richiesta di vario genere; dichiarazioni fiscali e di altro tipo; trasmissione di documenti legali; rapporti contrattuali su reti aperte (Internet); fornitura elettronica di beni e servizi; transazioni finanziarie; identificazione e/o autorizzazione; gestione di attività in gruppi/sistemi chiusi o a partecipazione controllata; gruppi di lavoro e di ricerca; transazioni personali.
Altri dettagli, che chiariscono la storia e la tecnica della crittografia, sono indicati sul sito ulss.tv.it La certificazione di firma digitale è ancora in fase pionieristica, ma è facile prevedere che in pochi anni possa diventare di uso comune, almeno tra gli operatori economici e i professionisti. Non a caso tra gli enti certificatori ci sono le Camere di Commercio, le Poste italiane, gli istituti bancari interessati allo sviluppo delle attività di Business to Business. Abbiamo visto che in alcune città come Bologna è già possibile per tutti ottenere il dispositivo di firma digitale. Il servizio sarà esteso al resto del Paese quando la carta di identità elettronica sostituirà definitivamente quella tradizionale. La Regione Piemonte, in collaborazione con le Province e le Comunità Montane ha deciso di offrire gratuitamente ai comuni che ne fanno richiesta gli strumenti necessari per utilizzare la firma digitale. L’iniziativa prevede la distribuzione di un kit che contiene la smart card, il lettore, il software e i certificati di Infocamere e SistemaPiemonte ruparpiemonte.it/firmadig.
Certo, tutto dipenderà dalle decisioni delle singole amministrazioni comunali, ma è facile prevedere che la firma digitale sarà uno dei punti di forza del nuovo documento personale, perché consentirà di velocizzare e rendere più efficiente il rapporto tra cittadino e istituzioni.
Per chi ha voglia di sperimentare le opportunità della firma digitale, in attesa che tutti gli Enti certificatoci definiscano tempi e costi dell’operazione, sono disponibili anche software gratuiti, messi a disposizione dall’azienda genovese CompEd comped. it.
E possibile scaricare il programma DigitalSign Reader, per leggere i documenti sottoscritti con firma digitale e verificare l’integrità del documento e l’identità di chi ce lo ha inviato. Gratuito anche DigitalSign 2.0 Entry, un’applicazione che consente di sottoscrivere con firma digitale documenti informatici secondo la normativa italiana. Per utilizzare il servizio è però necessario acquistare la smart card e il lettore da collegare al computer. Chi ha voglia di acquisire dimestichezza con la crittografia e il sistema della doppia chiave, può partecipare alle esercitazioni online a cura di Piero Luisi e Agorà Telematica, sul sito della Rete Urbana delle Rappresentanze promossa dal Censis rur. it. Restano comunque le perplessità di quanti, come il direttore della rivista giuridica telematica Interlex interlex . it, Manlio Cammarata, denunciano ritardi burocratici e normativi.”

In ritardo le nuove regole tecniche e il recepimento della direttiva europea. Che fine ha fatto la firma digitale”? L’unica Pubblica Amministrazione che ha scoperto l’efficacia della comunicazione digitale con i cittadini è, guarda caso, il Ministero delle Finanze (quando si tratta di incassare quattrini, ogni problema si supera facilmente). Ma con una procedura che non rispetta le disposizioni, ormai tutt’altro che recenti, sulla firma digitale sicura.