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Sei sicuro che la Meditazione sia per tutti?

Quando parliamo di meditazione è importante mettersi d’accordo su di una questione:non parliamo di un’attività esoterica o di una pratica curiosa e riservata a strani tipi che decidono, per un qualche misterioso motivo, di sedersi a terra e chiudere gli occhi a tempo indeterminato come ritiene la nostra cultura popolare. Non significa divenire una specie di zombie, un vegetale, un narcisista rinchiuso in se stesso, un fanatico o un mistico con le rotelle un po’ fuori posto. Meditare significa essenzialmente essere presenti a se stessi, venire a contatto ed esperire la propria autoconoscenza. Ma non è intenzione di questo articolo mettere nero su bianco una dissertazione sul significato di meditazione, quanto quello di aiutare il neofita a capire (per quanto si possa capire un qualcosa che per definizione non è atto a farsi capire) a livello pratico in cosa consiste la meditazione. Compito non dei più semplici, vero? Ma ci proverò lo stesso.

Ma prima di fare ciò, lasciami ancora qualche riga per introdurre un concetto definito il cuore di ogni pratica meditativa degna di questo nome: la Consapevolezza.
Da un certo punto di vista, il nostro normale stato di lucidità, ossia quello stato che noi tutti comunemente indichiamo come il nostro “presente”…eh beh….potrebbe essere considerato, da yogi e maestri zen ad esempio, dannatamente limitato e limitante, per molti aspetti simile ad un sogno condotto ad occhi aperti, piuttosto che ad uno stato di veglia.

So che detto così potrebbe risultare provocatorio e del tutto arbitrario, ma lascia che ti spieghi. La concezione occidentale del mondo, prevalentemente riduttiva e materialistica, ha portato tutti noi ad utilizzare la mente quale unico strumento d’indagine atto alla conoscenza del reale. Cogito ergo sum (Penso, quindi Sono)….vi ricordate l’adagio Cartesiano che ha caratterizzato oltre quattrocento anni della nostra comune storia? Bene, in quella frase è condensato tutto ciò che l’uomo occidentale ha saputo mettere in campo per decifrare la realtà che lo circondava. Dall’altra parte del globo, altri uomini in carne ed ossa come noi, ma con un differente approccio conoscitivo, mettevano mano ad altri strumenti, sicuramente un tantinello più affinati, per esperire lo stesso mondo sul quale anche loro camminavano. In questo secondo modello interpretativo, la consapevolezza occupava (e occupa) un ruolo fondamentale. Consapevolezza significa prestare attenzione in un modo peculiare, nel momento presente a come le cose sono. Senza interpretazioni o filtri. L’insufficiente consapevolezza del presente, oltre a comportamenti inconsci ed automatici, spesso dettati da paure ed insicurezze, sono alla base del malessere generalizzato diffusosi nella nostra civiltà occidentale. Se a tutto ciò aggiungiamo una generalizzata mancanza di lucidità e scarsa comprensione di come la nostra mente condiziona le nostre scelte e le nostre percezioni, abbiamo un quadro piuttosto completo di come versa la nostra società contemporanea.

Con la meditazione inizia un nuovo approccio a se stessi, un nuovo modo di confrontarsi con se stessi e con gli altri. Con la pratica e con il tempo, i primi cambiamenti che avvertiremo nella nostra esistenza saranno di ordine interiore. Riusciremo a vedere con maggior chiarezza e pertanto penetrare più profondamente negli ambiti della nostra personalità. Come risultato di ciò otterremmo un emergere di emozioni che avevamo relegato nel profondo del nostro Sè e che di norma non consideriamo o che evitiamo accuratamente di affrontare. In aiuto ci vengono le parole di un grande Maestro, colui che dell’insegnamento della consapevolezza e dell’esperienza del presente ne ha fatto una ragione di vita, Nisargadatta Maharaj:

Domanda: Come posso districare un groviglio che si trova interamente al di sotto del mio livello di coscienza?

Risposta: Essendo presente a te stesso…..se ti osservi con attenzione durante la tua vita quotidiana, con l’intenzione di capire anzichè giudicare, in piena accettazione di qualsiasi cosa possa emergere, perchè esiste, stimoli il profondo a salire in superficie per arricchire la tua vita e la tua consapevolezza con le sue energie represse. Questa è la grande funzione della consapevolezza; rimuove ostacoli e libera energie mediante la comprensione della vita e della mente. Il sapere è la porta verso la libertà e la vigile attenzione è la madre del sapere.

Come primo timido approccio alla meditazione, fai questo piccolo esercizio:per quante volte ti riesce di ricordarlo durante la giornata, fermati, siediti e cerca di immedesimarti con la tua respirazione soltanto per cinque minuti o anche soltanto per cinque secondi. Accetta il presente così come ti arriva, con le sue emozioni, i suoi pensieri, le sensazioni che ti suggerisce, non cercare di cambiare nulla…..limitati a respirare e rimanere rilassato/a. Lascia scorrere, non cercare di produrre nulla di diverso in questo momento, mentalmente ed emotivamente lascia che questo momento sia così com’è. Poi, quando ti sentirai di riaprire gli occhi, fallo lentamente e con estrema calma ritorna alle tue occupazioni. Tutto qua, non c’è null’altro da fare….per il momento direi di fermarci qui, nel prossimo articolo dedicato alla meditazione vedrò di fornirti ulteriori informazioni e strumenti utili alle tue prime incursioni dentro te stesso.

Se avrai domande da rivolgermi, dubbi, condividere esperienze, ti esorto a farlo…anzi, ti obbligo! 🙂

Ti saluto affettuosamente

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