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D. Avvocato, è sempre traumatico l’arresto di un proprio parente o di un caro amico
R. Certamente, l’arresto genera molta sofferenza in chi lo subisce, ma anche enorme ansia tra fratelli, sorelle , genitori, figli ed amici, i quali vivono una fase iniziale di stordimento.
D. Come consiglia di affrontare questo momento ?
R. Naturalmente, bisogna soffocare i sentimenti e cercare di essere freddi e razionali, per provare a risolvere i problemi da subito. Una reazione immediata giusta potrà condizionare anche il corso degli eventi e lo stesso processo.
D. Si spieghi meglio
R. Per come è fatto il nostro sistema giudiziario, è inutile perdere tempo. Non farò una lezione di procedura penale. Posso dire però che il familiare o amico dovrà cercare un avvocato di fiducia subito, perché chi viene arrestato sarà portato davanti a un giudice quasi immediatamente ed avrà l’opportunità di tentare la strada della libertà al Tribunale del Riesame entro pochi giorni. Tecnicamente è il detenuto che nomina il difensore, praticamente è il familiare che sta fuori che ha l’opportunità di contattare l’avvocato, di pagarlo e di mettersi d’accordo sulle questioni fondamentali.
D. Cioè buttare via i primi giorni può essere fatale ??
R. Io faccio parte di quella scuola di pensiero che pensa che i processi devono andare bene sin dall’inizio per non prendere pieghe pericolose. I colpi di scena e le assoluzioni a sorpresa possono arrivare anche prima della chiusura di un processo, ma questo avviene piuttosto raramente. Fare le dichiarazioni giuste da subito (o tacere) e porre in essere gli atti difensivi giusti sin dall’inizio significa assestare tutto il percorso giudiziario in un modo migliore piuttosto che in uno peggiore.
D. In ogni caso al detenuto è garantito sin dall’inizio un difensore d’ufficio
R. Questo sì è vero. Ma non dobbiamo prenderci in giro da soli. Cosa ci si può aspettare da un professionista che oggi, per come stanno le cose in Italia, sa che probabilmente non verrà pagato, che lavora non perché gode della fiducia del suo assistito e che tendenzialmente vive con una clientela che non è propria ma che gli deriva dall’iscrizione ad un turno ?? Non metto in dubbio la validità dell’istituto né quella dei colleghi che diligentemente si prestano a questo ufficio. Ma il limite di una difesa d’ufficio è sotto gli occhi di tutti. Non voglio fare la parte del materialista, ma il legale che lavora bene e che si impegna a fondo è quello che viene pagato adeguatamente per il suo servizio.
D. Come si può reagire velocemente ed efficacemente in caso di arresto?
R. Da subito, bisogna abbandonare i falsi moralismi, e decidere se realmente si intende aiutare il parente o l’amico in difficoltà. Decidere significa farsi l’analisi di coscienza e capire se si è disposti a pagare l’avvocato per aiutare il congiunto. Diversamente, si perderà solo del tempo e se ne farà perdere anche al legale, che certo non sta lì per motivi di volontariato, ma perché esercita una professione, anche molto delicata. Se si è deciso in senso favorevole, si contratta con l’avvocato il suo onorario ma soprattutto ciò che deve fare il familiare è mettersi in rapido contatto con il detenuto.
D. Come si fa mettersi in contatto con il detenuto in maniera rapida?
R. I metodi sono essenzialmente due: andarlo a trovare, facendogli visita in carcere (ma solamente se si è parenti stretti). Diversamente scrivendogli una lettera o un telegramma. Consiglio sempre di fare una raccomandata A1 oppure un telegramma, perché soprattutto all’inizio chi è arrestato necessita di segnali che gli vengano dall’esterno e non sa cosa fare e come comportarsi.
D. E quali sono le comunicazioni che bisogna fare al detenuto ?
R. Naturalmente bisognerà scrivergli: ho contattato l’avvocato Tizio o Sempronio, con studio all’indirizzo tale, l’ho pagato perché ti difenda, se sei d’accordo nominalo quale difensore di fiducia in maniera tale che potrà difenderti e parlarti. Ricordo a tutti che un avvocato non può incontrare un detenuto in carcere a meno che questi non lo abbia nominato quale difensore di fiducia.
D. Il detenuto a questo punto tarderà ad effettuare la nomina?
R. Se intende nominare un avvocato, un detenuto non impiegherà più di una mattinata. In ogni momento il detenuto può nominare un avvocato. Si rivolgerà infatti alla polizia penitenziaria che gli farà compilare un modulo presso un ufficio apposito, detto Modello 13. Ma questo aspetto non riguarda il familiare, il detenuto non farà altro che fare la richiesta alla guardia carceraria, che soddisferà obbligatoriamente la sua richiesta.
D. La ringraziamo per questi preziosi consigli. Sappiamo che lei è tra i primi avvocati ad avere inaugurato un website istituzionale nella veste di avvocato penalista
R. Ringrazio voi per l’opportunità che mi avete dato. In effetti, ho sfruttato il mio website (www.tirelli-legal.eu) per dare alla gente molte notizie sul diritto penale ed anche molti consigli pratici in caso si trovi in difficoltà.
a.m.r.
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