No Banner to display

Article Marketing

article marketing & press release

La finanza comportamentale: più neuroni, meno ormoni – ilaria tatò

Milano – Ilaria tatò – Il nostro cervello elabora le risposte emotive in dodici millesimi di secondo, ma per quelle razionali impiega il doppio.
Per questo, le emozioni spesso ci mettono nei guai: semplicemente perché arrivano prima.
Certo, conoscere i meccanismi tecnici che governano il funzionamento dei mercati finanziari è un fattore fondamentale per avere successo senza affidarsi al caso. Ma anche non dare sufficiente importanza agli aspetti del comportamento è un grave errore, visto che è soprattutto la componente emotiva a guidarci nelle scelte di investimento. E mettetevelo in testa: lo fa costantemente anche se noi non c’è ne accorgiamo; gioca un ruolo decisivo sia che si tratti di trading, sia che si tratti una scelta di un prodotto finanziario.
Il problema è che i riflessi istintivi o quelli nutriti dall’ esperienza personale non costituiscono le regole d’oro per navigare nell oceano delle decisioni finanziarie : i ragionamenti dettati dal buon senso non bastano a contrastare gli errori che, in genere, scturiscono da un comportamento emotivo inconscio che dovrebbe invece lasciare più spazio alle azioni razionali.
Gli studi dell economia comportamentale prima, e della finanza comportamentale dopo, hanno messo in rilievo la differenza tra i nostri attegiamenti quando siamo alle prese con il mercato e con le piu varie e universali attività di investimento, ma soprattutto hanno cercato di indicarci che cosa dovremmo (e potremmo) fare se fossimo esseri completamenti razionali. Queste straordinarie ricerche consacrate nell assegnazione di un Premio Nobel per l economia a Daniel Kahneman, un 74enne professore israeliano che di mestiere fa – guarda caso – lo psicologo, possono spiegarci le mille motivazioni dei nostri errori, ma è solo l’attenzione che prestiamo nel cercare di evitarli che può fare la differenza.
Una teoria di per sé non sarà mai vincente ma l’azione che ne deriva sì.
Perché Zio Gino Compra sui massimi e vende sui minimi ?
Perché crede di essere furbo e non immagina che ci sarà sempre qualcuno che pasteggia a champagne alle sue spalle.
A meno di spiegarlo con atteggiamenti degni di un certo masochismo esiste purtroppo una correlazione diretta tra il movimento dei mercati da una parte e la sottoscrizione dei fondi e l’abbuffata di titoli dall’altra: in corrispondenza dei massimi tutti comprano come se fossero tarantolati. In realtà dovrebbero vendere così come dovrebbero comprare quando i prezzi scendono sotto il livello stradale, evento che invece coincide con la folle corsa alle vendite dei titoli e al riscatto delle quote dei fondi.
Una celebre pubblicità passata alla storia come icone dell’autolesionismo – prima che arrivasse Tafazi – rimproverare i turisti “fai da te” e con dubbio gusto, spot recenti hanno fatto schiantare giù dai grattacieli risparmiatori che si erano fidati, non tanto dei bond argentini, quanto di chi li vendeva all’ingrosso con il sorriso sulle labbra: il messaggio è che l’autarchia non paga e, soprattutto gli investitori, chi fa da sé non fa per tre.
Leggendo le statistiche americane (mediamente più serie di quelle elaborate dai nostri enti inutili) dovrebbe serpeggiare il terrore tra i risparmiatori che comprano e vendono azioni affidandosi solo alle proprie o improprie competenze. Questi sondaggi parlano chiaro: il 90% perde e soltanto il 10% guadagna. In altre parole quelli che guadagnano sono sempre gli stessi (e sono pochi).

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Article Marketing