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Lo sai che con i tuoi acquisti puoi alimentare il traffico illegale di pallet?

Ogni consumatore ogni anno acquista quattro pallet procapite con i prodotti che consuma.

Da anni si assiste al fenomeno del traffico illegale dei pallet che diventano oggetto di attività illecite di acquisto e rivendita abusiva, spesso reclamizzata nei pressi delle zone industriali e dei caselli autostradali.

Lo scambio alla pari di pallet (interscambio) rappresenta la metodologia di gestione del parco pallet più comune nel settore della grande distribuzione organizzata (GDO) e richiede l’adozione di un unico pallet standard a qualità controllata, come il sistema pallet Eur-epal. Ma la forte crescita dell’utilizzo di pallet Eur-epal fornisce valori preoccupanti: su un flusso di circa 1,5 milioni di unità di carico presa in esame, il pallet risulta mancante in due casi su tre. Così le aziende della GDO assistono al dilagare di fenomeni illeciti legati al traffico dei pallet Eur-epal rubati. La rivendita di tali bancali ha portato, ad oggi, alla nascita di un vero e proprio mercato illegale parallelo che ha raggiunto il fatturato di una multinazionale, provocando ingenti danni economici, sociali e ambientali all’intera società. Tale pratica porta alla violazione dei diritti umani e di giustizia sociale. Il suddetto fenomeno ad oggi comporta un’evasione fiscale stimata in 396 milioni di euro annui, l’aumento dei costi per l’industria e la distribuzione, un ingente danno per le foreste, la diminuzione dei prezzi per l’introduzione di “falsi”, oltre alla compromissione della sicurezza sul lavoro e quindi un danno per la collettività.

Il fenomeno del traffico dei pallet Eur-epal presenta problematiche anche dal punto di vista igienico-sanitario: può succedere infatti che prodotti alimentari vengano trasportati su pallet precedentemente usati per il trasporto di prodotti chimici, con conseguenti rischi sanitari per il consumatore finale. Per questo il fenomeno dell’illegalità e della corruzione nel settore pallet coinvolge direttamente anche i cittadini-consumatori. Il 90% delle merci è mobilitato dai pallet, si è calcolato che ogni consumatore acquisti, insieme ai prodotti che consuma, mediamente quattro pallet procapite all’anno. Questo significa che il consumatore è parte attiva della filiera, pertanto egli può e deve pretendere che i prodotti che acquista siano rendicontati e tracciati lungo l’intera filiera produttiva, compreso il pallet su cui il prodotto è trasportato, poiché anch’esso, anche se strumento invisibile al consumatore, è parte integrante del prodotto. Il pallet infatti non è solamente uno strumento di trasporto delle merci, ma molto di più: è un importante strumento di comunicazione dei valori connessi a un prodotto e un indicatore di sviluppo sostenibile, sociale ed etico.
Così il consumatore deve richiedere alle imprese non solo la tracciabilità e la qualità dei prodotti che acquista, ma anche quella dei pallet su cui sono trasportati tali prodotti. I pallet sono, inoltre, soggetti alla contraffazione che avviene mediante l’alterazione o la riproduzione del marchio distintivo “Eur-Epal” o la riparazione da parte di personale non autorizzato.

Oggi, la risposta più diretta ed efficace per combattere il mercato illegale di pallet e le criticità che provoca la propone PALM S.p.a., azienda di Viadana in provincia di Mantova, leader nella progettazione e produzione di pallet in legno ecosostenibili che ha creato il Greenpallet® sano, sistemico e giusto, il quale ha una vera e propria carta di identità che contiene dichiarazioni certificate, dalle fonti energetiche rinnovabili che alimentano la produzione e gli uffici, ai criteri di selezione e controllo della materia prima rinnovabile e certificata. Il legname utilizzato è a marchio FSC-PEFC privilegiando quello ricavato da silvicoltura locale, in modo da abbattere le emissioni di CO2 legate al trasporto su gomma e dare impulso all’economia del territorio. Gli standard qualitativi e di affidabilità di Palm S.p.A. sono garantiti dal conseguimento della certificazione di qualità ISO 9001:2008, dalla marcatura di sicurezza PalOK (ISO 8611) sulla portata massima dei pallet e dall’etichetta ambientale AssoSCAI sull’eco-progettazione ed eco-sostenibilità.

Si può, quindi, affermare che il dilagare del traffico illegale dei pallet oltre che danneggiare le imprese, i trasportatori e l’erario danneggia soprattutto il consumatore e ne può mettere a rischio la salute. Siamo proprio sicuri che tutti i prodotti, soprattutto quelli “biologici” siano interamente tracciabili e di qualità? Sono proprio controllati dalla produzione alla tavola come viene proclamato da numerose imprese di marca?

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