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Risparmio in discesa in tutta Europa a causa dell’inflazione

La corsa dei prezzi che si è verificata negli ultimi mesi a innescato una spiacevole conseguenza: il livello di risparmio nei paesi europei è decisamente diminuito.

L’analisi della BCE sul risparmio

risparmioA evidenziare il contesto attuale del risparmio è una indagine della Banca Centrale Europea sui paesi membri. Anche se la Eurotower non ha a disposizione i dati di tutti i Paesi, è giunta comunque alla conclusione che i cittadini europei di molti paesi non sono riusciti a risparmiare nulla.

Un esempio eclatante riguarda gli austriaci. Secondo i dati della BCE il loro livello di risparmio è pari a zero. Questo significa che il livello delle spese di una famiglia austriaca è pari se non superiore a quello delle entrate. Ciò nonostante, nel 2022 il livello delle uscite sia stato tagliato mediamente di 500 euro a famiglia.ù

I dati sull’Europa

Lo scenario inflattivo sta mangiando i risparmi in tutta Europa. La Germania è considerata la locomotiva economica del vecchio continente, ma nonostante un’inflazione mediamente più bassa, ha visto la propensione al risparmio scivolare di 500 euro in media a famiglia.
La media Europea di questa riduzione è pari a 600 euro.
Soltanto in un paese c’è stato un incremento del risparmio nel 2022 rispetto al 2021, ossia la Repubblica Ceca dove l’incremento è stato comunque minimo 80 euro.

Il quadro dell’Italia

Le famiglie italiane sono riuscite a risparmiare nel 2022 circa €3000. Si tratta di una cifra nettamente inferiore rispetto all’anno precedente, quando si attestava sui €3800. Probabilmente questa minore capacità di risparmio si lega all’inflazione, che ha costretto le famiglie a spendere di più per acquistare beni e servizi, riducendo di conseguenza la quota di entrate destinata al risparmio.

Un effetto del minor accumulo di risparmio è che gli italiani possono fare meno investimenti in attività finanziarie. Rispetto al 2021 lo scorso anno gli investimenti si sono ridotti di 20 miliardi di euro, pari a circa 1,6% in meno. Inoltre l’orizzonte temporale si è ridotto, e si preferiscono strategie di trading a breve termine piuttosto che di lungo.
In generale, gli strumenti finanziari più diffusi rimangono i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali, detenuti dal 50% degli investitori, seguiti dai fondi comuni di investimento (29%) e dai titoli di Stato italiani (18%).

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