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In oltre 18 mila torneranno a manifestare a roma, in Piazza della Repubblica il prossimo mercoledi’ 15 marzo 2017.
E’ una iniziativa accompagnata da serrata di molti mercati giornalieri posteggi isolati fuori mercato e rotazioni, promossa da molte sigle e federazioni di rilavanza nazionale, espressione di tutta la penisola da nord a sud.
Il Dott. Baglioni Vittorio, del comitato di coordinamento, anticipa che “nel loro documento di intenti, che consegneranno in delegazione alla presidenza del consiglio dei ministri e ai ministeri competenti, gli ambulanti chiedono di essere inseriti nell’elenco nazionale dei servizi e delle professioni escluse dalla direttiva bolkestein (artt. 2 – 7 del d.lgs. 59/2010) con un atto normativo apposito”.
Come si sa la contestazione va avanti da anni, e riguarda l’obbligo di mettere a bando di concorso di valenza europea tutte le aree mercatali e le concessioni di suolo pubblico, senza accordare alcuna priorità all’attuale concessionario e limitando la durata delle nuove concessioni ad un arco di tempo molto limitato (insufficiente a garantire anche i requisiti previdenziali minimi).
Dopo la conversione del decreto “Milleproroghe” con la legge n.19/2017 e il differimento applicativo al 31 dicembre 2018, si lamenta inoltre che qualche amministrazione comunale ha anticipato le procedure selettive e già stilato le graduatorie dei nuovi assegnatari seppur “congelate” fino al 2019 ed altri comuni sono ai nastri di partenza. per altro con molte incognite di legittimità dopo il parere del garante AGCM dello scorso 15 dicembre 2016.
Gli ambulanti, evidenziano che il governo che recepì la direttiva nel 2010, incluse gli ambulanti sulla base di erronei pareri espressi dalla commissione europea di allora.
Prova ne è il fatto che nessun altro paese della comunità europea ha applicato la normativa agli ambulanti fatta eccezione di Italia e Spagna (dove per altro le durate sono molto più lunghe).
Agli ambulanti italiani è quindi negato anch il requisito di reciprocità necessario in tutti i patti e trattati europei.
Il settore inoltre lamenta una precarizzazione che da 2012 sta paralizzando il settore in ordine a volture, subingressi e investimenti o manutenzioni dei mezzi e delle strutture proprio per il clima di assoluta incertezza e assenza di normativa omogenea in tutto il territorio nazionale.
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