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Estate, tempo di relax e di viaggi; e, per tutti i proprietari di gatti, una splendida occasione per trascorrere le vacanze con il proprio amico peloso. Attenzione, però: gli spostamenti, in auto o con altro mezzo, aumentano i rischi di furto o smarrimento di animali domestici.
Come proteggere il proprio micio in tal senso? Semplice: sottoponendolo all’impianto del microchip e iscrivendolo ai registri dell’Anagrafe Nazionale Felina.
Queste due procedure, ormai obbligatorie per i cani, sono del tutto facoltative per il gatto: se quindi il tuo micio non si allontana mai da casa e non ritieni necessario aderire, non incorri assolutamente in denunce o sanzioni.
Se invece valuti l’opportunità di procedere, ottima scelta: in caso di necessità, sarà più facile ritrovare il tuo piccolo amico.
In più, una volta impiantato il microchip, il tuo gatto potrà ottenere il Passaporto Europeo obbligatorio per i viaggi all’estero. Ma come funziona questo sistema di identificazione?
Molte persone esitano a microchippare il proprio gatto pensando che sia un’operazione dolorosa o che, una volta inserito, il microchip possa creare reazioni avverse o fastidi.
Niente di più sbagliato! Questo piccolo dispositivo è una capsula minuscola, in materiale biocompatibile e perciò totalmente sicuro.
L’impianto è veloce e indolore, tanto da non richiedere sedazione. Una volta inserito (di solito sotto la cute del collo o delle scapole), il microchip resta inerte e non emette segnali o vibrazioni: la sua presenza, quindi, non viene mai avvertita dal micio.
Per attivare il dispositivo è necessario un apposito lettore che serve a rendere il codice univoco interno di 15 cifre.
In questo codice sono registrati i dati identificativi del gatto (razza, età, colore del manto, ecc.) e del suo proprietario (nome, indirizzo, numero telefonico, ecc.).
Quando il veterinario impianta il microchip provvede anche ad iscrivere il micio presso la banca dati dell’Anagrafe Nazionale Felina, creando una scheda personale con tutti i riferimenti identificativi utili (codice del microchip compreso).
Questo registro informatizzato non è un’istituzione pubblica ma un’iniziativa privata a cura dell’A.N.M.V.I. (“Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani”).
Quando decidi di iscrivere il tuo gatto e di microchipparlo, quindi, devi rivolgerti ad uno dei veterinari che appartengono all’Associazione (trovi la lista sul sito ufficiale http://www.anagrafenazionalefelina.it/).
Le procedure hanno un costo, variabile da veterinario a veterinario. Ricorda di comunicare sempre in modo tempestivo ogni successiva variazione dei dati registrati in scheda (cambio di proprietario, nuovo indirizzo o numero telefonico, decesso del gatto).
Per questa e altre esigenze, il punto di riferimento resta sempre l’ A.N.M.V.I. In caso di smarrimento, ad esempio, devi contattare subito uno dei veterinari aderenti (magari lo stesso che ha effettuato impianto e iscrizione) che segnalerà il caso in banca dati.
Anche chi ritrova un gatto deve far riferimento ai veterinari dell’Associazione: una volta verificata la presenza del microchip (possono rilevarla i servizi veterinari ASL e tutti i veterinari iscritti all’Ordine), basta portare l’animale da un veterinario A.N.M.V.I., che potrà identificare il gatto tramite lettura del microchip e mettersi in contatto con il proprietario.
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Tags: anagrafe felina, microchip gatto
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