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Come un metodo didattico libero e bizzarro aiuta il bambino a scrivere bene: dalla disgrafia alla corretta grafia aiutando la spazialità

In questo articolo voglio mostrarti un metodo bizzarro per la odierna didattica, ma altresì efficace che permette ad un bambino con disgrafia o con chiare difficoltà di scrittura di iniziare il percorso della grafia corretta.

Quello che scoprirai in questo articolo ti renderà capace di ampliare i tuoi orizzonti e capire che a volte qualcosa che sembra assurdo può invece essere come una pillola dolce e sanatrice nel sviluppare una capacità base per la scrittura che è: La spazialità!

Per spazialità si intende la capacità di collocarsi e collocare nello spazio se stessi o altro.
Potremo definire spazialità personale quella che riguarda la collocazione del nostro corpo nello spazio tridimensionale con il suo movimento o stasi, e spazialità esterna la capacità di collocare altri oggetti, cose o persone nello spazio.

Nella scrittura utilizziamo una spazialità esterna, in quanto si collocano grafemi, segni in uno spazio definito: il foglio.
Fatto è che quando si entra a scuola lo spazio definito è estremamente definito!

Abbiamo schede già stampate da colorare, righe e quadretti in cui far stare piccole letterine e numeri, tutto si stringe!
La didattica dice: “il bambino dalla prima elementare impara a scrivere nel rigo e colorare nei margini, è un adattamento necessario, che dopo una fatica iniziale viene superato!”
Stop!!!!
No, non viene sempre superato, tant’è che esiste la disgrafia, esistono i problemi di letto-scrittura, esistono ostacoli insormontabili e difficili per i bambini…. Veramente è necessario agire pedagogicamente in questo modo???
NO. I bambini hanno necessità di sviluppare la spazialità da soli prima di essere confinati in stretti e scomodi margini e righe.

Segreto n°1: togli i confini!

“Segui la riga…”, “Stai negli spazi…”, “Colora nei contorni…” insomma certi bambini da piccoli a grandi sembra proprio che non vogliano stare in uno spazio definito! Sai perché?

Perché si insegna loro a stare negli spazi quando sono troppo piccoli!!!! Questo crea una difficoltà che rimane a volte per molto tempo, fino a diventare una disgrafia.

Un bambino da 3 a 7 anni non dovrebbe essere incanalato a scrivere o colorare in uno spazio definito. Il bambino, fino a 7 anni compiuti, ma a volte anche di più, è ancora indaffarato in un processo di sviluppo corporeo strettamente legato alla fisicità, motricità e spazialità.
Infatti, questo processo, seppur a volte poco spiegato e sottolineato anche da chi è di competenza nel certificare possibili disgrafie (o dislessie), ponendo come limite minimo il percorso di certificazione in terza elementare (circa 8 anni). Infatti, alcuni bambini in terza elementare, avendo superato quello stadio di sviluppo, rientrano o si possono correggere più facilmente.

Purtroppo, altri non riescono a recuperare e diventano DSA, disgrafici (o dislessici). Un approccio diverso alla scrittura potrebbe cambiare la situazione in modo drastico, per questo quello che imparerai in questo corso sarà di un’importanza vitale per il bambino o i bambini che andrai ad aiutare.

L’informazione è potere.

Conoscere questo punto saliente dello sviluppo del bambino ti mette in condizione di capire perché alcune cose non gli riescono facilmente.
Poco fa ho messo tra parentesi dislessia, accanto a disgrafia. Questo perché molte dislessie nascono dagli stessi disturbi che sono alla base della scrittura. In generale non esiste una dislessia che non comporti anche una disgrafia.
Non si può leggere ciò che non si sa anche scrivere, altrimenti sarebbe come dire che si può disegnare un cactus senza averlo mai visto!
In più come se non bastasse per padroneggiare bene il tratto il bambino dovrebbe poter avere esperienza delle linee grandi e spesse prima della punta fine. Questo vorrebbe dire no pennarelli, matite e biro ai bambini piccoli.
L’ideale dai 3 ai 6 anni sono i colori a mattoncino, unici reperibili qui in Italia sono della marca Stockamar.
Dopo i 6 anni si può iniziare con punte più grandi, ma ancora sarebbe meglio in prima elementare non maneggiare punte troppo fini.

Nella scuola di oggi è un’utopia, dato che già in prima la maggior parte delle scuole propone tutti e 3 gli stili grafici insieme.
Il fatto è che quando ci sono difficoltà consistenti nella scrittura o mancinismo, non si può ignorare il mancato sviluppo di alcune parti di crescita che devono essere recuperate.

Per questo ecco cosa puoi fare:

Dedicare dei momenti a lavorare con i bambini rompendo le regole convenzionali della didattica in uso, utilizzando una didattica che tiene conto dello sviluppo di certe capacità e che porta il bambino a scrivere bene, sia che tu sia un genitore, un insegnante o un professionista di riabilitazione.
Utilizzando fogli bianchi e dei semplici esercizi si può aiutare il bambino ad avere una grafia migliore.
Inizia fin da subito: fate disegni liberi, scritte grandi e abitua i bambini a gestire da se con qualche aiuto lo spazio del foglio bianco.

Da Irene Roman “Libera Educazione”
Inoltre ho preparato un file pdf gratuito dalla quale puoi approfondire il tema, basterà cliccare il link qui sotto e accedere alla pagina per scaricare il report:
“I 3 Segreti per insegnare ad un bambino o ragazzo una grafia corretta in modo facile e veloce”
https://libera-educazione-grafia.gr8.com

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