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Inflazione, i segnali di calo ci sono ma avanza il rischio recessione

La corsa al rialzo dell’inflazione sembra ormai essere al capolinea e, benché il livello sia ancora molto elevato, la strada per la discesa pare essere dietro la prossima curva. Ma lì troveremo con ogni probabilità anche il rischio di una recessione economica.

Un biennio dominato dall’inflazione

inflazioneDue anni fa i banchieri centrali sbagliarono nel pronosticare che l’inflazione sarebbe rimasta sotto controllo e poi rientrata rapidamente. Anche a causa dello scoppio della guerra – che nessuno poteva immaginare- la dinamica dei prezzi al consumo ha sbaragliato i precedenti record, mettendo sotto pressione anzitutto le stesse banche centrali. FED, BCE e compagnia hanno dovuto barare un intenso ciclo di strette di politica monetaria.

I segnali di un calo

Ad oggi esistono alcuni indizi che l’inflazione stia per scendere. Anzitutto guardando i dati degli Stati Uniti, dove la corsa dei prezzi al consumo è scesa sotto al 3%, mentre un anno fa era al 9%. Questa dinamica calante si osserva anche nella media delle 38 democrazie avanzate dell’Ocse, dove negli ultimi otto mesi l’inflazione è passata dal 10,7% al 7,7%.
Ci sono poi i dati riguardanti la Cina, la seconda economia mondiale, che si trova sull’orlo della deflazione, che a sua volta sta esportando verso l’occidente con i suoi prodotti.

I prezzi delle materie prime

Inoltre la corsa dei prezzi delle materie prime, dalle quali si era originata l’alta inflazione, è finita ed oggi le commodities sono meno care di un anno fa.
La strategia trend following ha invertito la rotta: i prezzo del gas naturale ad esempio costa l’83% in meno rispetto all’anno scorso. Il carbone è sceso del 69%. Il prezzo del petrolio è calato del 16,6%, altre materie prime molto utilizzate nell’industria, come il Litio che serve alle batterie elettriche, ha perso nell’ultimo anno il 35%. L’elenco potrebbe continuare con il grano, il mais, i fertilizzanti, ecc.

Pericolo recessione

Se gli indizi di un’inflazione in calo sono diversi, bisogna però considerare che lo erano anche in senso opposto due anni fa quando le banche centrali si sbagliavano. Probabilmente anche per questo gli istituti centrali hanno continuato ad alzare i tassi anche in tempi recenti. Si vuole evitare un altro errore, ma in senso opposto.
Il problema tuttavia è che la corsa del costo del denaro rischia di soffocare ulteriormente l’economia ed innescare una recessione economica verso la fine di quest’anno.

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