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Petro Gold la Criptovaluta del Venezuela Contro le Sanzioni Economiche

Il Venezuela dopo il Petro conia il Petro Gold un’altra criptovaluta per sfidare le sanzioni economiche americane , è questa la mossa di Maduro per bypassare le restrizioni imposte a livello internazionale e cercare di contenere gli effetti della gravissima crisi economica che sta mettendo a dura prova il paese.
Petro Gold è il nome della seconda criptovaluta coniata dal Venezuela, già dal nome si capisce che questa valuta digitale sarà basata sull’oro, la speranza di Caracas è che gli investitori abituati al’investimento compro oro siano attratti da questa criptovaluta.
Il Venezuela è un importante fornitore di petrolio tanto che per quanto riguarda il Petro, la prima moneta digitale coniata da Caracas, ogni unità prodotta è collegata ad un barile di petrolio estratto dal Venezuela.
Per quanto riguarda il Petro Gold non è stato ancora definito il collegamento che avrà con l’oro, questa criptovaluta potrebbe essere garantita con una certa quantità di oro detenuta nelle riserve auree di Caracas o come alternativa sulle disponibilità di qualche deposito minerario venezuelano.
Il Petro Gold non sarebbe comunque la prima criptovaluta sostenuta dall’oro, esistano altre monete digitali che condividono il valore di una certa quantità del prezioso metallo giallo.
OneGram è questo il nome della società e della criptovaluta coniata in collaborazione con GoldGuard una società che costruisce caveau, la Onegram ha come base di prezzo il valore di un grammo d’oro delle ben fornite riserve d’oro del Dubai.
La caratteristica di questa criptovaluta araba è quella di permettere a chiunque di ritirare un grammo d’oro dai caveau di Dubai, una garanzia ben coperta viste le ingenti quantità di lingotti preservate nella capitale araba.
Il Petro Gold è pero messo a rischio dalla poca credibilità che il Venezuela gode in questo momento storico nel quale rischia addirittura il default finanziario.
Solo pochi mesi fa la Deutche Bank ha preso possesso di lingotti d’oro per ben 1,7 miliardi di dollari di proprietà di Caracas a causa dell’impossibilità del Venezuela di onorare un debito corrisposto con la banca tedesca, un fatto che non sarà certo ben visto dagli investitori internazionali.

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