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Anatomia di un tetto immortale

Osservando dall’alto una qualsiasi città d’arte del nostro Paese o sorvolando sui piccoli borghi rurali dislocati un po’ ovunque, non sarà difficile notare un comune susseguirsi di linee a spina di pesce, rosse o brune, che creano profili leggermente increspati, dorsali che uniscono e accomunano aree molto distanti e diverse d’Italia.

Che cos’è, dunque, questo rosso ondulato che emana storia e ispira tanta bellezza? È il colore dei tetti in cotto che da sempre connotano la conformazione urbanistica tipicamente italiana e che, ancora oggi, a distanza di secoli, rappresentano il metodo migliore, più resistente e duraturo, per ricoprire e proteggere gli edifici. L’arte di realizzare tegole e coppi in argilla risale all’epoca romana e da allora, la tecnica, pur ammodernatasi, è rimasta fondamentalmente la medesima: una metodologia produttiva artigianale e manuale millenaria che sfrutta una delle principali risorse geologiche autoctone del paese.
Le fasi di lavorazione sono diverse e prevedono la raffinazione dell’argilla, la sua formatura, l’essiccazione e la cottura all’interno di fornaci in grado di raggiungere temperature intorno ai 1000° C..

Grazie al calore, l’argilla subisce un processo di vetrificazione che rende le superfici altamente resistenti e impermeabili: la tenacia delle tegole in cotto e la loro durata temporale sono ampiamente dimostrate dai numerosi edifici antichi, dei quali, ancora oggi, restano tracce visibili. Questa sua caratteristica permette al cotto di reggere il peso dei pannelli solari senza sforzo. Dotate di qualità estetiche innegabili, le tegole in cotto definiscono gli edifici con precisione e ordine simmetrico, creando motivi e pattern che decorano i manti mediante elementi dotati di precise funzioni strutturali: proteggere gli edifici dalle infiltrazioni di pioggia e umidità e isolare termicamente gli interni.

Le tegole in cotto si adattano perfettamente a qualsiasi contesto urbano, con sfumature cromatiche che possono variare dal rosso chiaro al bordeaux, dal nocciola al marrone scuro, design e dimensioni che rispondono a ogni esigenza, prevedendo oggi anche formati extra standard.

Ciò che resta immutabile è il concetto originale che prevede il posizionamento, affiancato o a incastro, di elementi curvi, di forma semi-cilindrica, più o meno squadrata o trapezoidale, che vanno a formare un unico manto protettivo. La forma particolare e la specifica disposizione delle tegole permettono di creare tante piccole camere d’aria in grado di assicurare costante ventilazione, favorendo il continuo ricircolo dell’aria tra la guaina protettiva isolante e il rivestimento finale.

Tale meccanismo permette di tutelare il tetto da muffe e ristagni di umidità, mantenendo l’ambiente sottostante salubre, isolando termicamente il sottotetto e proteggendolo dalle infiltrazioni esterne.
La conformazione delle tegole e la scarsa conduttività della terracotta, unite a una massa di consistenza adeguatamente porosa permettono di resistere agli sbalzi di temperatura (al freddo così come al caldo più intensi) e all’azione corrosiva della salsedine. Le coperture realizzate mediante tegole di colore rosso chiaro risultano quelle più riflettenti e per questo sono maggiormente sfruttate nelle zone calde e afose, riuscendo a garantire interni decisamente freschi. Le tegole in cotto risultano particolarmente resistenti alle intemperie e agli agenti atmosferici (compresi grandine e gelo) e sono in grado di sopportare urti violenti e carichi notevoli.
L’intrinseca igroscopicità dell’argilla (ovvero la sua naturale capacità di assorbire l’umidità) rende il tetto perfettamente impermeabile alla pioggia, mentre la conformazione delle tegole e quella complessiva del manto agevolano il deflusso degli scoli.

Le tegole in cotto risultano, inoltre, resistenti alle fiamme e, grazie alla densità del materiale costruttivo, garantiscono un isolamento acustico maggiore rispetto ad altri materiali, assorbendo e attutendo i rumori provenienti dall’esterno (qualità che si rivela fondamentale soprattutto nei centri cittadini o nelle aree di grande traffico). Il loro posizionamento può risultare più o meno complesso in base alla tipologia del manto prescelto, tuttavia, una volta adagiate, non necessitano di particolari manutenzioni e, anche qualora dovesse risultare necessaria la sostituzione di alcuni elementi o il loro riposizionamento a causa di grandinate, violenti temporali o trombe d’aria, l’intervento si rivela generalmente piuttosto semplice.

Da ultimo (ma non meno importante) le tegole danneggiate sono facilmente frantumabili e riciclabili, rendendone decisamente agevole lo smaltimento. Per concludere, volendo paragonare un edificio alla fisionomia del corpo umano, potremmo identificare la struttura architettonica portante in legno o cemento all’apparato scheletrico che sostiene fisicamente il peso e mantiene stabile tutto il corpo, mentre le guaine protettive e gli strati isolanti in poliuretano avrebbero una funzione simile a quella della muscolatura e delle articolazioni, presentandosi come elementi elastici e malleabili, in grado di adattarsi alle sollecitazioni esterne.

La copertura del tetto, infine, rappresenterebbe l’epidermide, ovvero lo strato superficiale protettivo della pelle che regola la temperatura interna e che può eventualmente presentare segni di scalfittura, ma senza lasciarsi mai sopraffare dal tempo e dalla scorrere della vita.

Tra l’altro, se lo spazio esterno della propria casa è stato decorato con pavimenti esterni in cotto, la combinazione dei due elementi sarà magnifica.

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