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Finanza, Bankitalia spinge per l’inserimento tra le materie scolastiche

Uno dei problemi che da tempo Banca d’Italia va sottolineando è la scarsa competenza in materia di finanza dei cittadini italiani.
Si tratta di un problema tanto più importante, se si considera la crescente complessità dei sistemi economici e finanziari che caratterizza il contesto attuale e futuro, tale da rendere ancora più indispensabile possedere competenze finanziarie di base, che facilitino l’orientamento, la tutela e l’allocazione del risparmio.

I progetti di Bankitalia su Finanza-Scuola

scuola finanzaDel resto, anche la stessa OCSE ha identificato nella scuola un canale privilegiato per veicolare iniziative, conoscenze e competenze di educazione finanziaria. Anche perché si tratta di istruire i consumatori di domani, prima che giunga per loro il momento della vita in cui dovranno fare scelte che incidono sul benessere economico.

Per questo motivo è allo studio un progetto affinché l’educazione finanziaria rieti tra le materie dei curriculum scolastici.

Il doppio binario per la finanza nelle scuole

Ci sono due modalità diverse per far entrare la finanza nelle nostre scuole. Il primo è integrando questa materia nell’ambito della già esistente educazione civica, come proposto dai disegni di legge 155 e 288. Il secondo riguarda l’introduzione di una nuova materia, dedicata esclusivamente alla finanza, sulla base dei disegni di Legge 158 e 421.

Secondo Magda Bianco, capo dipartimento tutela della clientela ed educazione finanziaria della Banca d’Italia, la prima strada presenta alcuni vantaggi rispetto all’introduzione di una materia ad hoc, anche perché le linee guida per l’educazione civica saranno oggetto di revisione ed integrazione di qui a breve, e questa occasione potrebbe essere sfruttata per implementarla con l’educazione alla Finanza.

Italia maglia nera

Purtroppo le indagini ci mostrano che gli italiani hanno competenze finanziarie basse rispetto al contesto internazionale. Per questo quando devono prendere delle decisioni vanno in difficoltà, e spesso decidono di non impiegare affatto i loro risparmi. Ma quando lo fanno, talvolta si rivolgono a un intermediario “consigliato”da un amico, perché da soli non sono in grado di valutare se un broker è affidabile oppure no.

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