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Investimenti fossili, ci sono 195 bombe al carbonio pronte a esplodere

Il mondo si è impegnato a ridurre in modo sensibile le emissioni globali di CO2. Si programmano investimenti notevoli nel settore delle rinnovabili, che in teoria dovrebbe soppiantare quello nei combustibili fossili. Ma intanto i fatti raccontano una verità molto diversa.
La evidenzia il quotidiano inglese The Guardian, che parla di vere e proprie “bombe al carbonio” che potrebbero far impennare le emissioni globali di CO2, rendendo impossibile centrare gli obiettivi climatici.

I mega investimenti dei big del settore fossile

investimenti fossiliL’indagine del quotidiano inglese (“Carbon Bombs” – Mapping key fossil fuel projects) ha identificato ben 195 grandi progetti nel settore gas e petrolio, ai quali vanno sommati i più 230 nel carbone. Questi meg-progetti potrebbero generare emissioni di gas serra quanto la Cina ne produce in ben 10 anni.
Di questi progetti, 76 sono nuovi e non hanno ancora iniziato a produrre nel 2020. Il restante 60% è invece già stato avviato.

I numeri allarmanti

Ognuno di questi progetti potrebbe rilasciare nell’atmosfera almeno un miliardo di tonnellate di anidride carbonica durante il suo intero ciclo di vita. Ancora più eclatante è il dato complessivo: messi assieme si arriva infatti alla iperbolica cifra di 646 miliardi di tonnellate di CO2.
Per rendere meglio la gravità del problema: il budget massimo di CO2, quello cioè che ci consentirebbe di limitare l’aumento delle temperature a +1,5 °C, impone come limite 500 miliardi di tonnellate. Siamo già molto oltre.

Un fiume di denaro

Le maggiori società contano di investire complessivamente 103 milioni di dollari al giorno per il resto di questo decennio. Lo scopo di questi maxi investimenti è esplorare nuove risorse di idrocarburi. La maggior parte di questi progetti è in Australia, Canada, Stati Uniti, Russia, Medio Oriente.
Stiamo quindi camminando in una direzione diametralmente opposta a quella raccomandata dagli organismi internazionali. I segnali operativi delle grandi compagnie non dicono affatto che smettono di investire in nuovi progetti di estrazione di fonti fossili, dirottandoli verso le rinnovabili, ma continuiamo ad alimentare le “bombe al carbonio“.

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