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8 MARZO: BASTA CON LE MIMOSE!

By Martina Servidio

“Le donne non siano bersaglio dell’odio; No alla violenza alle donne e ai femminicidi, sono “inaccettabili”, No alla discriminazione che frena lo sviluppo del Paese”, No alle molestie, alle violenze fisiche e morali che talvolta irrompono nei rapporti professionali e di lavoro o tra le mura domestiche ferendo le coscienze, prevaricando libertà e speranze; tutto ciò costituisce una realtà inaccettabile e purtroppo tuttora presente, basta assistere inerti alla violenza sulle donne”

Sono le illuminate parole del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in ogni occasione, ed in particolar modo nella rievocazione dell’8 marzo 2020 dedicato al valore della donna, sottolinea e stigmatizza quanto è ancora lungo ed irto di ostacoli il percorso per l’ottenimento della parità tra uomo e donna.

Ma il Presidente Mattarella dice ancora di più: l’aberrante e perverso fenomeno della violenza sulle donne, che troppo spesso culmina nel femminicidio, deve essere combattuto e sconfitto.

Nel 2020, secondo i dati ISTAT, le vittime di femminicidio sono state 91 donne gran parte delle quali ha avuto come violentatore ed assassino un membro della propria famiglia.

Nei primi 2 mesi del 2021 le vittime di femminicidio sono già 8; è impressionante osservare quanto, purtroppo, le accorate parole del Presidente della Repubblica e di tutte le realtà che si prodigano per denunciare ed arginare il fenomeno non abbiano raggiunto i risultati voluti.

Perché?  

E’ ancora fortemente radicato nella mente dell’uomo l’antico concetto di “possesso” sia materiale che spirituale della partner, di sudditanza che la propria donna gli deve e questo pensiero non è presente solo nelle vecchie generazioni ma – ancora più terribile – anche nelle nuove. Vediamo infatti che giovani ventenni, che dovrebbero avere ormai preso coscienza del nuovo sentire basato sul rispetto reciproco, sulla valorizzazione della figura femminile quale integrazione e completamento della propria, si macchiano del reato di femminicidio.

Le condanne comminate ai colpevoli sono forse lievi e, forse, per effetto di riduzioni di pena, non sono sempre scontate secondo quanto disposto dalla sentenza di condanna?

E’ un aspetto squisitamente giuridico che varrebbe la pena approfondire.

L’8 marzo è la festa della donna?

Non può essere una festa se, ancora oggi, torniamo di nuovo a conteggiare le nostre morti.

Grazie, Martina.

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