La quotazione oro è stata la vera protagonista del 2020 e anche in parte del 2019, un biennio davvero d’oro per il prezioso metallo giallo che si apprezzato per più di un terzo.
Le voci che circolano su siti e giornali che parlano di finanza parlano di oro forte e dollaro debole.
Una analisi che potrebbe essere stata giusta in alcune fasi di questa recessione da lockdown ma che non può essere generalizzata su tutto il periodo del 2020.
Dopo mesi in cui il lockdown ha fatto sentire i suoi effetti anche negli Stati Uniti i dati macroeconomici attuali hanno ridato speranza per una ripresa economica americana.
Questo ha portato nuova fiducia in merito alla forza del dollaro che in qualche modo dovrebbe rendere meno appetibile l’investimento in oro che viene acquistato come bene rifugio per creare riserve auree da vendere ai banchi metalli e ai compro oro Firenze e di ogni altro luogo in caso di mancanza di liquidità.
In realtà il prezzo oro dopo aver raggiunto e superato in modo netto il precedente record storico del 2011 è ritornato sotto quota 2000 dollari.
In questo momento in cui sembra conclamato che la politica della Fed resti accomodante nel lungo periodo i mercati sono in parte tranquillizzati dalla possibile ripresa economica degli Stati Uniti che secondo alcuni dati è già iniziata.
Ma anche dando per scontato i dati sulla ripresa economica americana resta il fatto che molti paesi nel mondo si trovano in una situazione di grave recessione che ha messo in crisi permanente interi settori.
A conferma di ciò resta alto l’interesse per l’investimento in oro sia finanziario attraverso etf ed etc che fisico per mezzo di lingotti 24 carati e monete da investimento.
Una situazione che ha del paradosso in quanto quando il prezzo del dollaro cresce in teoria il prezzo oro dovrebbe diminuire, un andamento che non corrisponde alla realtà attuale e degli ultimi mesi che ha visto il prezzo aureo salire anche nelle fasi in cui la fiducia sul dollaro sia in aumento.
In realtà la attuale crisi economica non ha precedenti come confermato anche dalle politiche di aiuti messe in campo dai governi di tutto il mondo che nonostante possano mitigare gli effetti della recessione sulle persone non può certo sostenere un crollo economico e finanziario di questa portata.