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In occasione dell’ultimo Salone del Risparmio che si è svolto a Milano a metà maggio, sono stati resi noti i risultati dell’osservatorio annuale sui sottoscrittori dei fondi comuni di investimento. Grazie a questa indagine è stato possibile tracciare un vero e proprio identikit dell’investitore italiano.
Soprattutto durante il periodo della pandemia, nelle tasche degli italiani si è accumulato un maggiore risparmio. Le incertezze riguardo al futuro hanno indotto una grande prudenza riguardo alle spese e dai consumi.
Con la progressiva fine della crisi sanitaria, il risparmio ha imboccato la strada degli impieghi finanziari. Questa tendenza continuerà ancora nei prossimi mesi ed è per questo interessante comprendere i tratti del investitore italiano.
La fotografia della situazione evidenzia i tratti caratteristici di coloro che hanno riversato 520 miliardi di euro nei fondi comuni di investimento. Si tratta di circa 11,5 milioni di sottoscrittori, ognuno dei quali in media investe 45.000 euro.
Tale importo però varia a seconda della tipologia del prodotto scelto. I fondi italiani attirano capitali minori, in media 27.000 euro. Quelli esteri invece in media catalizzano quasi il doppio, ossia 52.000 euro. Tra i fondi italiani prevale l’investimento in fondi flessibili (42%) e obbligazionari (26%), a cui seguono gli investimenti in fondi bilanciati (22%) e azionari (10%). Tra i prodotti esteri cresce la componente azionaria (48%).
L’età media nazionale dei sottoscrittori è 61 anni, con la generazione dei boomers che pesa per il 41% del totale. Mentre il 62% dei sottoscrittori preferisce impiegare i propri risparmi con un versamento unico (PIC), la quota dei sottoscrittori che investe prevalentemente tramite piani di accumulo (PAC) è pari al 22%. Quelli in forma mista al 16%. E’ assai interessante osservare che sono soprattutto gli investitori under 40, i Millennials e la Generazione Z a scegliere il PAC (piano di accumulo). Lo fa oltre il 50% dei sottoscrittori giovani.
I dati più incoraggianti arrivano proprio dagli investitori giovani. Il loro risparmio infatti finisce sempre più spesso nei fondi, che è lo strumento preferito per entrare nel mercato finanziario, talvolta tramite il meccanismo del copytrading trading che sta facendo sempre più proseliti. Circa le somme investite, le generazioni più giovani sono sotto la media nazionale: 18mila per i Millennials e 12mila Generazione Z.
Tags: copytrading trading, giovani, investimenti, risparmio
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